Vigili urbani, continua la scontro tra Guarino e Sulpm

di Nicola Rosselli

 AVERSA. E’ guerra “terminologica” tra il comandante della polizia municipale aversana, Stefano Guarino, e i rappresentanti del Sulpm, che avevano proposto ricorso per comportanento antisindacale contro tre atti prodotti dal dirigente e che si sono visti dare ragione dal magistrato del lavoro.

“Quegli atti non inviati al Sulpm rappresentavano solo ed esclusivamente una ritorsione contro la nostra associazione sindacale come lo stesso magistrato del lavoro sammaritano ha ribadito nella propria sentenza. Da parte nostra, siamo tranquilli e sereni per il nostro operato e la pronunzia del magistrato sta a dimostrare che avevamo ragione”.

Una dichiarazione, questa del Sulpm, che ha fatto arrabbiare non poco il responsabile dei vigili aversani, il quale ha sottolineato: “Questa affermazione è diffamatoria. Mi spiace che sia stata riportata con tale semplicità. Prendo atto però che riporti in modo assolutamente acritico una cosa di tale gravità, senza alcuna verifica”.Il comandante Guarino spiega anche i motivi: “Le note, come si può vedere, non sono state inviate a tutti i sindacati e non solo al Sulpm. Solo quel sindacato ha, però, prodotto ricorso (è evidente che gli altri non ne avevano interesse). Scrivere che nonsono state inviate al Sulpm per ritorsione, ripeto, èuna grave falsità”.

Da parte sua, il rappresentante dello aziendale dello stesso Sulpm, Freda, dichiara: “Mi rendo conto che per un non addetto ai lavori è complicato interpretare le nostre beghe. Ma la ritorsione preannunciataci fin dall’inizio di questa storia è quella di toglierci i Ticket Mensa. Evento che mira a colpevolizzarci così da attirare le ire dei colleghi colpiti nel portafogli. E nel contempo rappresenta per strappare la disponibilita a fornire servizi non finanziabili con piani di lavoro perché l’amministrazione ha scialaquato metà del fondo distribuendolo alle Apo”. “Quanto alla mancata considerazione nei confronti della nostra sigla, – conclude Freda – si consideri che la posizione ufficiale dell’amministrazione in giudizio è stata quella di sostenere che non fossimo rappresentativi. E hanno preso una cantonata. E’ stato, di fatto, riconosciuto il nostro diritto ad essere informati. Un’informazione non è fine a se stessa, bensì primo passo per avviare la tanto decantata concertazione”.

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