Manca un giorno e poche ore allinizio del cammino europeo dellItalia di Prandelli.
UnItalia scossa dai costanti terremoti e dalla bufera che si sta abbattendo sul nostro calcio, unItalia che non parte come favorita (basta considerare il 3-0 subito dalla Russia in amichevole) ma che è pronta a mettere lorgoglio, quello sì, per arrivare fino in fondo.
E il momento di dare delle risposte ricche di determinazione, con la voglia di chi vuole ancora far sentire la sua voce, malgrado tutto. Anche lItalia che andò ad affrontare il mondiale del 2006 visse il dramma dei tribunali con tanto di scudetti revocati e di squalifiche allordine del giorno.
Ma, cercando di analizzare la situazione in modo obiettivo, bisogna dire che quellItalia aveva una forza diversa, una forza fatta di campioni già da anni affermati, Del Piero e Toni, e di rivelazioni piacevoli, Grosso e Materazzi. Era unItalia affamata, aggressiva, cinica in campo, fattori che oggi, e bisogna dirlo, tendono a mancare. La fase offensiva pensata da Prandelli è ancora tutta un mistero: si parla che ci debbano essere 2 attaccanti, ma spesso si prova il tridente composto da Cassano-Di Natale-Balotelli. Insomma, è unItalia ancora in cerca della sua identità, ma il tempo ormai sta facendo il suo corso e la Spagna è li, dietro langolo, pronta a sfruttare tutti gli svarioni della difesa azzurra.
Il girone non è dei più difficili poiché, a parte gli iberici, la nostra nazionale non dovrebbe rischiare troppo con Irlanda del Nord e Croazia, ma il problema è dopo. A quel punto saranno le motivazioni a fare la differenza, proprio quelle motivazioni che siamo sempre stati in grado di trovare e che, anche questanno, non possono mancare. Bisogna trovare una certa solidità che deve nascere dalla fame dei protagonisti, pronti a dare il massimo, per inseguire un trofeo che in Italia manca da troppo tempo.