AVERSA. Grazie all’accorpamento delle divisioni di medicina generale, gastroenterologia, pneumologia, endoscopia digestiva, nefrologia, diabetologia, dietologia in una sola Unità Operativa che dovrà assicurare prevalentemente i turni del pronto soccorso, …
… da lunedì potrebbe riaprire il reparto di medicina d’urgenza, parte integrante della Unità Operativa di Pronto Soccorso/Medicina d’Urgenza, chiuso, quest’ultimo, di fatto nel fine settimana per carenza di personale.
La soluzione trovata dai responsabili dei dipartimenti e delle divisioni del nosocomio – riuniti appositamente dalla direzione del presidio, che permetterebbe anche di risolvere, temporaneamente, i problemi di personale che condizionano l’attività del pronto soccorso – non sarebbe, però, condivisa dai sanitari di alcune delle unità operative coinvolte nel provvedimento. Al punto che si preparerebbero a contestarlo per le vie ufficiali perché, sostengono, l’accorpamento delle varie divisioni in una sola grande unità operativa, nata per garantire i turni del pronto soccorso, trasformerebbe un ospedale territoriale come il Moscati in una struttura dedicata in maniera esclusiva alle attività di pronto soccorso-emergenza. Come dimostrerebbe anche la decisione di sospendere tutte le attività ambulatoriali ad eccezione di quelle che rivestono carattere di indifferibilità clinica vale a dire di urgenza, fatta contemporaneamente a quella di accorpare in una sola unità operativa tutte quelle appartenenti al dipartimento di scienze mediche.
Una scelta che renderebbe impossibile raggiungere nell’anno 2009 l’obiettivo del 75 per cento del numero dei ricoveri, calcolato su quelli effettuati nel 2008. Limite al di sotto del quale un reparto va chiuso. Certo, come assicurato dai responsabili del presidio, per evitare che si chiudano dei reparti gli obiettivi strategici aziendali e di struttura programmati per l’anno 2009 saranno rivisti ma come sottolineano i sanitari non allineati – resta il dato di fatto che l’assistenza territoriale sarà gravemente penalizzata. Costringendo l’utenza ordinaria, quella che sceglie il Moscati per controlli e interventi programmati, a dirigersi verso strutture fuori provincia o regione o a scegliere strutture convenzionate facendo crescere enormemente una spesa sanitaria che ha già sforato ogni tetto fissato.