Il secondo giorno di Carlitos Tevez in bianconero, all’indomani dello sbarco alla Malpensa e l’annuncio dell’eredità della numero 10, è occupato da visite mediche e conferenza stampa.
Dalla sala stampa dello Juventus Stadium, alle 11.38, Beppe Marotta prende la parola per ringraziare i presenti e chiarisce: “Non è un acquisto ma un’operazione fatta per un giocatore a parametro zero. La sua carriera parla per lui, palmares importante come quello della nostra Juventus”.
Poi è la volta del giocatore, interrogato dai giornalisti. L’Apache, a dispetto di come lo si dipinge, appare molto quieto, e risponde pacatamente a tutte le domande, esordendo con un ringraziamento ai club che hanno reso possibile il suo trasferimento a Torino: “Ringrazio la Juve per lo sforzo che ha dimostrato e il Manchester City, il club e le persone”.
“La responsabilità della maglia numero dieci? Ho indossato anche la 10 nel Boca, che fu di Maradona. Rispetto molto Del Piero ed è un grande piacere poter usare la maglia che ha usato lui”. “Con la Juventus mi sento obbligato a vincere lo scudetto. E, come tutti, sogno la Champions”. “Con Galliani ho parlato 2-3 volte nella mia vita, l’ultima l’anno scorso quando ha provato a portarmi al Milan. Non so perché abbia detto una cosa tale”.
“Abbiamo battuto la concorrenza di club italiani e stranieri che rappresentano il top del calcio. L’aspetto predominante è la volontà del giocatore e Carlito ha manifestato da sempre la esplicita volontà di indossare la nostra maglia”, commenta Marotta.
Tevez ha espresso il desiderio di indossare la maglia numero 10, è arrivato il momento di consegnare quest’eredità pesante”. Giuseppe Marotta, direttore generale della Juventus, spiega così la decisione di assegnare la maglia numero 10 all’attaccante argentino: “Sappiamo che il numero 10 nel calcio è affascinante, è sempre stata indossata da giocatori capaci di emozionare i tifosi e trascinare la squadra. Davanti alla richiesta di Tevez, la società ha pensato che il giocatore abbia le qualità e i requisiti per raccogliere questa eredità”.