AVERSA. Il servizio di emodialisi dellospedale Moscati rischia di bloccarsi, lasciando senza assistenza decine di pazienti che hanno necessità di depurare il loro sangue per vivere una vita normale.
Potrebbe essere questa la conseguenza del trasferimento di uno specialista dall’organico dell’ospedale cittadino a quello del Melorio di Santa Maria Capua Vetere. Un trasferimento avvenuto in questi primissimi giorni di ottobre che, non compensato da un nuovo arrivo, lascia scoperte ben 34 ore di attività emodialitica, obbligando il responsabile del servizio a scegliere se ridurre l’assistenza ospedaliera o quella ambulatoriale, garantite entrambe, fino ad oggi, dall’ unità operativa di nefrologia e emodialisi del nosocomio.
Purtroppo le cose stanno proprio così, afferma il responsabile Domenico Del Piano al quale abbiamo chiesto conferma della notizia arrivata da pazienti in attesa di trattamento. Considerando che, con lo stesso personale, l’unità operativa garantisce assistenza all’utenza del Moscati ogni giorno, dalle ore 8 alle 20, e assicura quattro turni di dialisi, dal lunedì al sabato, all’utenza dell’ambulatorio distrettuale (l’unico ambulatorio dialitico pubblico esistente nell’Asl) presente in via Santa Lucia, con la riduzione di una unità medica c’è necessità di stabilire quale delle due strutture dovrà chiudere praticamente i battenti.
Chiudere, perché accanto alla riduzione di personale dovuta al trasferimento di uno degli appena tre specialisti in organico all’unità operativa di Del Piano, c’è da considerare l’obbligo imposto agli stessi di coprire turni di servizio anche al pronto soccorso, dove sono stati impiegati tutti i sanitari del presidio aversano per coprire i vuoti creati dalla grave e perdurante carenza di personale.
Nessun commento da parte del responsabile dell’unità operativa di nefrologia ed emodialisi che si limita ad aspettare le decisioni del direttore sanitario del Moscati per poter stabilire i turni di servizio del mese di ottobre. Intanto, appare inevitabile una contrazione dell’attività che non sembra destinata a sorte migliore per l’utenza dell’ospedale sammaritano che come il Palasciano di Capua sarebbe destinato a vedere modificata la sua attività assistenziale. Perché, come annunciato dal dottor Antonio Gambacorta, commissario straordinario dell’Asl Caserta, i nove ospedali dell’azienda non potranno più esistere così come sono e in ossequio alla legge regionale 16 del 2008 alcuni, come appunto quelli di Capua e Santa Maria, sono destinati ad essere dismessi e riconvertiti.
In questa ottica togliere uno specialista all’unità operativa di nefrologia ed emodialisi del nosocomio di Aversa, che (come si legge nel sito dell’Asl Ce) ha 10 posti letto (8 ordinari e 2 per urgenza) per assegnarlo all’ospedale di Santa Maria che ha un solo posto letto per day surgery, ha come unico effetto quello di ridurre l’assistenza erogabile all’utenza del Moscati senza far crescere quella disponibile per l’utenza del Melorio.