Vengo anchio? No, tu no. Non cè frase di Enzo Jannacci più azzeccata per descrivere il no senza fronzoli pronunciato dal ct della nazionale italiana, Cesare Prandelli, allindirizzo di Giuseppe Rossi, che non parteciperà allavventura azzurra ai mondiali brasiliani.
La guida tecnica ex Parma ha anticipato le sembianze del volto della formazione che scenderà in campo questa sera contro il Lussemburgo per quella che è indubbiamente una prova generale in vista dellimpegno internazionale. Nel 4-3-2-1 iniziale, tra i pali ci sarà lestremo difensore della Juventus, Gianluigi Buffon; in difesa spazio al quartetto Abate, Bonucci, Chiellini, De Sciglio, con lincognita Barzagli causa febbre; De Rossi vertice basso del centrocampo, Pirlo libero sulla linea mediana, Verratti completa il trio; Candreva e Marchisio alle spalle di Supermario Balotelli.
Ancora una volta, i cronisti hanno tirato in ballo il caso Rossi, che ha fatto infiammare le contestazioni degli italiani; Prandelli non ha usato mezzi termini: Tutti quelli che ho chiamato nei 30 sapevano perfettamente quale sarebbe stato il loro ruolo e Rossi sapeva che non avrei voluto neppure chiamarlo perchè non lo giudicavo pronto ma poi ho capito che portarlo a Coverciano sarebbe stato un messaggio bello e forte da far leggere ai ragazzi. Però gli ho sempre detto che non era tra i 23. E a Londra non ha fatto quello che volevo, cioè un attaccante che giocava da attaccante e non che tornava a giocare a centrocampo, dove so benissimo che lui è il più bravo.
Escluso anche Destro: Quanto a Mattia il campionato aveva dato dei verdetti e non volevo portare tre punte. Quando gli ho chiesto se era disponibile a venire in Brasile come riserva mi ha risposto che ci doveva pensare e il giorno dopo ha aggiunto che non aveva nulla da dirmi. Allora mi sono fatto dare la sua mail perché avesse un programma di allenamento da seguire a casa visto che fino al 13 deve ritenersi a disposizione. Certo, ci sono tre giocatori che erano venuti qui sapendo di non essere nei 23 e invece ci sono entrati, perché le cose possono cambiare.