AVERSA. “Da decenni il caotico sviluppo urbanistico di Aversa è dettato di fatto esclusivamente dagli interessi economici dei costruttori edili, dal loro impietoso obiettivo di occupare tutti gli spazi possibili al minor costo possibile per realizzare nuova edilizia residenziale”.
Loscrivono, in una nota congiunta, lesezioni aversani di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. “
Ciò – continuano – ha portato nel tempo a valori di densità abitativa talmente elevati da impedire, forse per sempre, la possibilità di realizzare spazi e luoghi urbani per i servizi pubblici e la socialità. Ha pesantemente sfregiato la bellezza e larmonia di un centro urbano di grande pregio e storia. Lungamente ciò è avvento in assenza di minimi strumenti di programmazione. Ancor più lungamente ciò è avvenuto in un perverso connubio tra politica, imprenditoria e malaffare. Fatti ampiamente accertati e consegnati alla storia dalle sentenze dei processi Spartacus”.
“Da poco più di dieci anni – continuano i due partiti – si è avviata la difficile strada della programmazione. Un percorso pieno di ostacoli, retromarce, ripensamenti, forzature. E così, ad esempio, che nella riadozione del Prg nel gennaio 2001 si apre una finestra in cui si infilano più di duecento nuove concessioni edilizie. E così che di amministrazione in amministrazione le maglie della tutela del tessuto urbano si allargano negli atti di programmazione, aumentano i frazionamenti, le deroghe, calano i limiti e le salvaguardie ed il numero di vani continua ad aumentare. In queste maglie allargate, nellassenza assoluta di controlli reali, con un apparato amministrativo costantemente impegnato solo ad allargare ancor di più quelle maglie, è successo che un pezzo intero di città è cresciuto in altezza di un piano con le famigerate mansarde, oppure è successo che nel centro storico, di fronte al cuore pulsante della città, la cattedrale, una bellissima facciata di un palazzo del 400 è stata cancellata per sempre per lasciare posto a nuovi appartamenti”.
“La presenza innovatrice della Facoltà di Architettura in questi anni non è stata vissuta come un punto essenziale di partenza nel ripensare alla struttura urbana della città. Anzi, le istituzioni e la politica hanno più spesso guardato ad essa come ad un ostacolo pericoloso e competente (pericoloso proprio perché competente) al progetto di predazione del territorio”.
“Altro elemento essenziale e ancora sottovalutato è lapertura delle due fermate della metropolitana che collega ormai in pochi minuti Aversa con il centro di Napoli. Chi viaggerà su questi treni? pendolari stanchi ed assonnati di una città dormitorio, o giovani napoletani in cerca di una moderna e funzionale università? Consumatori in cerca di nuovi centri commerciali, o forze produttive che verranno qui a esercitare la loro attività in un contesto urbano di qualità?”
“Oggi parte il percorso del Puc, la forma più moderna ed attuale che una collettività ha per ripensare e riprogettare insieme la sua città, il proprio futuro. Qui portiamo, come è nostra abitudine, non solo la denuncia dellesistente che non ci piace, ma anche il nostro contributo di idee e di proposte”.
Rc e Pdci ritengono chetre debbano essere le direttrici principali nel ripensare il territorio:
“Ricostruire luoghi di relazione, di costruzione della socialità, a partire delle zone di maggior degrado come le periferie e, paradosso tutto aversano, il magnifico e abbandonato centro storico. Una riqualificazione dei luoghi che sia anche ricostruzione di una identità collettiva, dellorgoglio di appartenere ad una storia millenaria. Una Piazza Marconi tinteggiata di blu per accogliere tante auto è lesatto contrario di ciò che va fatto. Noi pensiamo, ad esempio, ad una Piazza Marconi piena di verde fatta per accogliere uomini e donne ed i loro bambini chiassosi su altalene e scivoli”.
“Riallacciare i grandi spazi della Maddalena, del Parco Pozzi, dei Cappuccini al tessuto urbano dei servizi e della socialità, prima che siano aggrediti dalle esiziali pulsioni ad occuparle con nuovo cemento. Liberare e riconsegnare alla città in questo circuito dei grandi spazi anche lenorme spazio dellOpg è atto essenziale per riallacciare fisicamente il centro storico allarea di espansione moderna”.
“Programmare un nuovo sviluppo economico, ed i relativi spazi, alternativo al morente circuito del mattone. Innanzitutto spazi per il terziario avanzato e lartigianato. Poi luoghi urbani riqualificati per un commercio in grado di rispondere con la qualità e la bellezza alla quantità compulsiva ed alienante dei centri commerciali. Ed infine, creare spazi e infrastrutture, mettere a disposizione anche risorse pubbliche, per favorire insediamenti produttivi ed industriali nel settore delle nuove tecnologie, in un circuito virtuoso di relazione con la Facoltà di Ingegneria che da anni forma competenze di alta qualità costrette ad emigrare per mettere a frutto i propri studi. La zona industriale di via Nobel, larea della ex Texas sono il naturale luogo per questo, da proteggere prioritariamente dalle predazioni in atto. Le abbiamo protette nel recente passato dalle illegalità dellamministrazione ricorrendo al Tar avverso la determinazione a realizzarvi un ennesimo centro commerciale. E abbiamo vinto. Si prepara però dalla Regione lultimo attacco con ladozione di uno sciagurato ‘Piano Casa’ regionale che prevede che in quellarea industriale dismessa si possano realizzare unità abitative ‘ad libitum’, anche in deroga a strumenti di programmazione urbanistica del territorio: una vera sciagura a cui la città tutta deve opporsi se vuole pensare ad un futuro di qualità per i propri figli”.