TEVEROLA. Salvatore Barbato, ex assessore della giunta Lusini, sarà candidato alla provincia di Caserta nel collegio Aversa3 (Teverola, Carinaro e parte di Aversa) in quota allUdc del candidato presidente Domenico Zinzi.
Il medico chirurgo ha scelto di impegnarsi in prima linea nel partito di Casini, dando voce alla sua formazione culturale di origine cristiana.
Lapproccio democratico che da sempre contraddistingue la mia linea politica afferma Barbato mi ha condotto ad una scelta moderata orientata verso un elettorato costituito da persone perbene, uomini e donne di buona volontà, uniti da un unico grande obiettivo: il riscatto del nostro territorio. Idee chiare per il candidato che nei prossimi giorni presenterà il suo programma presso il comitato elettorale che sarà aperto in via Roma sotto la guida del coordinatore e presidente Giovanni Capuano.
Capuano, che di Barbato è lo zio, sarà supportato da un folto gruppo di lavoro del quale, fra gli altri, fanno parte Giovanni Improta, Giuseppe Coscione, Matteo Primizia, Mario Fasano, Angelo Zuppa, Giovanni Improda, Giovanni Tirozzi, Francesco e Antonio Barbato. Tra gli elementi di novità da sottolineare, rientra sicuramente la significativa adesione al progetto di Francesco Caiazza, candidato alla scorse elezioni tra le fila del Pdl e oggi invece vicino allUdc. Proprio a Caiazza, nel corso della prossima assemblea, sarà assegnata la gestione di uno dei dipartimenti più prestigiosi del partito.
Arrivare ad una rappresentanza nel consiglio provinciale sostiene Barbato non sarà certo facile, tuttavia ritengo che sia un dovere provare a farsi portavoce della richiesta avanzata dalla popolazione dellagro aversano che invoca, da più parti, un sistema di legalità e responsabilità politica ed istituzionale, in grado di porre come priorità la centralità del singolo cittadino.
E sulla sua posizione nel panorama delle elezioni amministrative? Barbato precisa senza tentennamenti di aver preso le distanze dalla coalizione guidata da Gennaro Melillo, nella cui lista non ho candidato nessuno, motivato soprattutto dallimpossibilità di condividere un modo di fare politica basato non sui programmi e sul bene della collettività, ma su sterili attacchi personalistici.