“Il Muro della Vergogna”, Improta critica i commissari

di Redazione

Raffaele ImprotaTEVEROLA. L’ex consigliere comunale Raffaele Improta, dirigente del Popolo della Libertà a Teverola e candidato alle elezioni comunali del prossimo 28 marzo nella lista “Patto per Teverola”, …

… commentando la questione al centro dell’attenzione dei cittadini in questi giorni, quella dell’abbattimento del muro (“della vergogna”) che divide la Prima traversa di via campanella e i residenti del rione di via Napoli, esprime un giudizio severo sull’operato dei Commissari prefettizi, per il modo, a suo giudizio pessimo, col quale hanno gestito la vicenda. Riassumendo succintamente la storia del “muro”, Improta ricorda che da anni i cittadini di quella zona avevano chiesto, inutilmente, all’amministrazione comunale capeggiata dall’ex sindaco Lusini che fosse abbattuto il muro. Eliminarlo, infatti, consentirebbe di raggiungere più celermente e agevolmente le scuole elementari e medie; renderebbe più fluida la circolazione stradale in quella zona; aggregherebbe, di fatto, il rione, oggi periferico, di via Napoli al centro della città, superando uno “steccato” contrario a ogni logica, come se fosse una specie di ridicolo muro di Berlino.

“Ebbene, – spiega Improta – l’ex amministrazione Lusini ha sempre fatto orecchie da mercante di fronte a queste esigenze, come, del resto, davanti a tante altre, e non ha mai risolto il problema. L’arrivo dei Commissari prefettizi aveva riacceso la speranza degli abitanti di quella zona che con fiducia poneva la questione alla loro attenzione. In un primo momento era parso di capire che i Commissari, presa coscienza del problema, fossero propensi a risolverlo. Anzi, adottavano, addirittura, la delibera per l’abbattimento dello ‘storico’ muro. Sennonché, strano ma vero, dopo la regolare assunzione dell’atto e dopo aver persino assegnato i relativi lavori alla ditta a cui competevano, incredibilmente li hanno sospesi! La decisione è sicuramente priva di trasparenza; potrebbe pure comportare oneri aggiuntivi per le casse comunali perché il ‘fermo’ dei lavori costituisce, intuitivamente, un danno economico per la ditta che se li è aggiudicati. In questa fase, però, quello che preme di più è capire le ragioni di decisioni così ondivaghe dei Commissari. Cosa li ha spinti, dopo aver deliberato l’abbattimento del muro, a sospendere, repentinamente, l’esecuzione di quella delibera? E’ stata annullata? Per autotutela? Insomma, cosa è accaduto di così grave da essere d’ostacolo alla soluzione di un annoso problema, molto sentito non solo dagli abitanti dell’area interessata e che sembrava, finalmente, avviarsi a conclusione?”.

“Una prova di sé, – aggiunge Improta – quella data dai Commissari prefettizi nell’occasione, che lascia molto perplessi e che delude profondamente. Tra le (non)decisioni dell’ex sindaco Lusini e le (in)decisioni dei Commissari prefettizi c’è una singolare continuità di risultato che sbigottisce: il muro là era e là rimane, per ora. Ignoriamo le motivazioni per ‘stoppare’ l’iter finalizzato ai lavori di abbattimento del muro e vorremmo conoscerli. Siamo rammaricati assai dalla vicenda dell’inutile, assurdo e ridicolo muro e se questo è il modo di amministrare da parte di funzionari dello Stato cosa ci si dovrebbe aspettare da ‘comuni cittadini’? E’ mai possibile che velocissimamente si possa fare solo ciò che interessa pochi e mai ciò che interessa tutti, come è stato per le ben 121 concessioni edilizie rilasciate dal Comune a un giorno dalla presentazione delle liste per la tornata elettorale dello scorso anno? In quel caso tutto rapido, tutto opportuno, nessun problema. Nel caso del muro, invece, sembra proprio che solo col centrodestra al governo della Città di Teverola si riuscirà ad abbatterlo. Vorrà dire che si provvederà anche a questo. Potremmo far appello ai Commissari perché non blocchino un intervento intelligente, utile e atteso da molto tempo, ma preferiamo evitarlo. In fondo, è un problema loro. Siano essi stessi a misurare la coerenza manifestata nelle decisioni prese e valutino anche l’impatto dei loro contraddittori orientamenti sull’opinione pubblica e sull’immagine dello Stato che rappresentano”.

“Per il resto, – conclude Improta – facciano quello che vogliono, ancora per poco. Dopo il 28 marzo sarà un’amministrazione democraticamente eletta a risolvere i problemi dei cittadini com’è giusto che sia. Quell’amministrazione sarà di centrodestra e come primo atto dovrà assumere l’impegno di radere al suolo quel muro, abbandonando, una volta per sempre, la strada polverosa e senza uscita dei (non)decisi e degli (in)decisi”.

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