Riequilibrio di bilancio, opposizione chiede scioglimento del Consiglio

di Redazione

Municipio di TeverolaTEVEROLA. Nell’attesa della pronuncia del Tar sui presunti brogli elettorali, l’opposizione del “Patto per Teverola” si rivolge al prefetto di Caserta per chiedere l’annullamento della delibera …

… con cui il Consiglio comunale ha approvato il riequilibrio di bilancio e i debiti fuori bilancio, chiedendo lo scioglimento dell’amministrazione. I consiglieri Gennaro Melillo, Tommaso Barbato, Nicola Picone, Antonio Omar Menale e Biagio Pezzella spiegano: “La richiesta scaturisce dalla convocazione del Consiglio comunale da notificare ai consiglieri comunali, per regolamento, cinque giorni antecedenti la data del 30 settembre e che invece è stata notificata solo 24 ore prima. Non essendovi specificazioni, nell’avviso di convocazione, sulla natura del Consiglio indetto, ovvero se lo stesso fosse o meno d’urgenza, abbiamo deciso di disertare quella seduta consiliare in quanto non ci è stato concesso, come da regolamento, il tempo necessario per l’esame degli atti, giunti solo nella mattinata del 30 settembre”.

L’opposizione sottolinea: “E’ l’ennesimo atto assunto in violazione della legge dall’amministrazione comunale capeggiata dal sindaco Biagio Lusini, che evidenzia ancora una volta l’atteggiamento tirannico e sprezzante della legge, che mostra il suo fastidio per le richieste di trasparenza della minoranza anche in un pubblico consesso. La maggioranza è arrivata sfacciatamente ad accusarci di intralciare l’attività amministrativa con le legittime richieste di presa visione degli atti, giustificando così l’urgenza del Consiglio del 30 settembre, avente per oggetto un adempimento di particolare rilevanza, il riequilibrio di bilancio, la cui mancata approvazione nei termini di legge prevede lo scioglimento dell’amministrazione”.

“La verità – incalzano i consiglieri – in realtà é che i ritardi e l’inefficienza della macchina amministrativa hanno un’unica causa, la cosiddetta ‘riorganizzazione degli uffici’, in virtù della quale persone valide sono state, per ritorsione politica, costrette dall’amministrazione all’inattività, mentre altre sono state assegnate a ruoli non consoni al loro percorso lavorativo. Che almeno la maggioranza abbia il coraggio e il rigore morale di assumersi le proprie responsabilità, senza addossarle agli altri”.

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