Agente penitenziario si uccide. Il sindacato: “Gia’ aveva tentato suicidio”

di Redazione

 TEVEROLA. Un assistente capo del Corpo di Polizia Penitenziaria, A.Q., 44 anni, di Teverola, in servizio nella Scuola di Formazione di Aversa, si è suicidato lunedì mattina nella zona campestre di Casaluce, in via Limitone, dopo essere stato dimesso dall’ospedale civile.

Ne dà notizia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe che, in una nota, aggiunge: “Aveva già tentato il suicidio un anno e mezzo fa ma sembra che l’Amministrazione penitenziaria avesse colpevolmente sottovalutato il grave precedente”. Si è esploso due colpi di pistola al capo.

“In pochissimi mesi – dice Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe – abbiamo avuto colleghi suicidi a Busto Arsizio, Trapani, Formia, San Vito al Tagliamento, Battipaglia, Torino, Mamone Lodè, Caltagirone e Viterbo. E dal 2000 ad oggi sono stati circa 100 i poliziotti penitenziari che si sono uccisi, un direttore di istituto (Armida Miserere, nel 2003 a Sulmona) e un dirigente regionale (Paolino Quattrone, nel 2010 a Cosenza). Eppure l’Amministrazione penitenziaria continua a trascurare e sottovalutare il disagio lavorativo dei poliziotti. Ora, chi ha colpe paghi, ma paghi davvero la propria superficialità”.

“La notizia di un nuovo suicidio tra gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria ci sconvolge”, aggiunge Capece, secondo il quale si tratta “dell’ennesima tragedia tra i Baschi Azzurri dovrebbe fare seriamente riflettere tutti coloro che colpevolmente hanno trascurato e trascurano il disagio lavorativo dei poliziotti penitenziari”.

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