TEVEROLA. Nuova polemica tra maggioranza e opposizione, stavolta in merito allistituzione della commissione sismica a cui trasferire le attività e le funzioni di competenza del Genio Civile di Caserta per quanto riguarda opere pubbliche o di edilizia privata di altezza non superiore ai 10,50 metri.
I consiglieri del Patto per Teverola, Tommaso Barbato, Nicola Picone e Biagio Pezzella, hanno, in primis, contestato la scelta dei componenti della commissione, evidenziando irregolarità nella procedura che ha portato al decreto del sindaco Biagio Lusini.
Dopo lavviso pubblico dello scorso 15 febbraio, il sindaco, con altro avviso del 17 giugno successivo, prendeva atto della presentazione di nove istanze di tecnici e che, a seguito dellesame del 12 giugno da parte del responsabile dellarea tecnica, sette risultavano idonei e due inidonei.
Il sindaco pertanto, procedeva ad istituire lelenco dei tecnici idonei ad entrare nella commissione: Antonio Felaco, Maria Caiazzo e Luigi Morra di Teverola, Angelo Griffo di Trentola Ducenta, Gennaro Pitocchi e Luigi Coppola. Tra i due esclusi cera lingegner Gnasso di Aversa che, però, il 19 giugno, con decreto sindacale, veniva inserito nella commissione, in quando il sindaco riferiva che erano 8 (e non più 7) le richieste idonee, e una sola inidonea. Quindi, Lusini riformulava la commissione: Felaco di Teverola, Pitocchi e Gnasso di Aversa, Morra e Caiazzo di Teverola. Successivamente, rettificava il decreto.
A questo punto, la minoranza ha chiesto lannullamento degli atti e ha chiesto: E possibile nominare un componente della commissione sismica quando questi risulta escluso? E poi perché non è stata fatta prima la rettifica e poi la nomina?.
Laltra osservazione riguarda la nomina nella commissione di Pitocchi, in passato incaricato allufficio tecnico comunale. Questa amministrazione commentano i consiglieri sembra non poter fare a meno della presenza di chi è stato condannato dalla procura regionale della Corte dei conti per gravi abusi in materia edilizia perpetrati sul territorio di Teverola, facendolo prima uscire dalla porta, per poi farlo rientrare dalla finestra, così da giustificarne la presenza negli uffici comunali.