Indesit, prosegue sciopero “a scacchiera”: bloccato ingresso stabilimenti

di Emma Zampella

 TEVEROLA. Continua, giorno e notte, lo sciopero “a scacchiera” dei dipendenti degli stabilimenti Indesit di Teverola e Carinaro, attuato dopo il blocco, martedì scorso, della stazione ferroviaria di Villa Literno.

I lavoratori di ogni singolo reparto produttivo, a turno per un’ora, da ormai 48 ore impediscono l’ingresso nell’azienda situata nell’area industriale di Aversa Nord, compresi i fornitori. La protesta, ancora una volta, è contro il piano di riassetto dell’azienda di Fabriano, che prevede 1400 esuberi.

Indesit, durante l’uomo incontro al Ministero dello Sviluppo economico, lunedì scorso, si era detta disponibile a ridurre di 126 addetti il numero di licenziati, di cui solo una ventina nei due stabilimenti casertani, e riassorbire in quattro anni 150 impiegati negli uffici, oltre a 330 pensionamenti. Una modifica che non soddisfa affatto gli operai, che proseguono la loro lotta.

Intanto, l’ad di Indesit, Marco Milani, ribadisce che l’azienda “vuole abbandonare l’Italia”. “Indesit è fermamente convinta che sia ancora possibile investire e produrre elettrodomestici in Italia”, dice Milani, che spiega: “Vorremmo, con gli investimenti previsti di 70 milioni in Italia, rinnovare la gamma dei nostri prodotti a Fabriano nel settore ‘cottura’, con nuove piattaforme forni ad elevata innovazione; a Comunanza nel ‘lavaggio’, con prodotti con migliori prestazioni, fortemente digitali; a Caserta nel settore cottura e freddo, con nuove gamme di prodotto, nuovi bruciatori e nuovi piani gas”. “Non vogliamo abbandonare l’Italia – ha sottolineato – dove rimarranno i ruoli aziendali, la cosiddetta testa pensante tra Fabriano e Milano, confermando il ruolo centrale dell’Italia per tutto il gruppo”.

“Oggi in Italia – ha proseguito Milani – produciamo circa il doppio di ciò che vendiamo e non potevamo abbassare i prezzi dei nostri elettrodomestici, neanche incrementarli. E’ per questo che abbiamo elaborato un piano di salvaguardia e di sviluppo con il quale investiamo per rendere migliori le nostre produzioni, portiamo nuovi prodotti ad alto valore aggiunto più vicini ai nostri clienti, manteniamo tutti i siti produttivi, ma sposteremo dall’Italia produzioni non più sostenibili”.

Tutto ciò, ha spiegato, verrà realizzato con l’utilizzo di ammortizzatori sociali, come contratti di solidarietà e cassa integrazione straordinaria, per tempi “sufficientemente lunghi per salvaguardare la nostra competitività”. “Non vogliamo perdere le competenze professionali in attesa della ripresa dei mercati e quando questa avverrà vogliamo essere pronti a cavalcarla”, “non vogliamo – ha assicurato – nessun licenziamento e i contratti di solidarietà sono il sistema migliore per consentire a tutti i nostri lavoratori, con dignità ma anche un po’ di sacrificio, di contribuire alla ripresa”. Milani ha concluso sottolineando come “Indesit abbia sempre dimostrato una grande attenzione alle persone, che continueremo ad avere”.

Ma sindacati e operai giudicano insufficienti i correttivi proposti da Indesit al piano, ritenuti solo un parziale dietrofront, se non una “pre-chiusura”.

Indesit, operai bloccano ingresso stabilimento (26.09.13)

Indesit, la protesta degli operai – Playlist Video

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