TRENTOLA DUCENTA. Le difficoltà nella raccolta rifiuti si sono fatte sentire anche a Trentola Ducenta, ma la buona volontà dei cittadini e del sindaco, in prima fila, hanno fatto sì che la brutta immagine dei giorni del Natale e delle immediate settimane successive, siano oggi un ricordo.
Spiacevole, ma comunque un ricordo, si spera ormai dimenticato dellemergenza rifiuti a Trentola Ducenta. La città era stata Comune riciclone, avviando la differenziata in tempi non sospetti, già con la precedente amministrazione, da questa parti la differenziata andava alla grande e solo la bufera dellemergenza ha messo in ginocchio anche questo sistema che bene o male funzionava, anche se un plauso va fatto al sindaco di Trentola Ducenta, sì proprio a lui al tanto e spesso vituperato Nicola Pagano. Lo hanno visto nei periodi del Natale in piena notte e alle prime ore dellalba aggirarsi accompagnato da assessori e consiglieri comunali a scortare letteralmente il camion dei rifiuti addetto alla raccolta, in città ve ne sono solo 2 , con solo 7 addetti, sui circa 15 che spetterebbero a questo Comune, anche perché nelle spartizioni del personale per la raccolta rifiuti pare che allepoca gli amministratori del tempo avessero preferito posti dietro le scrivanie a meno profumati posti di addetti alla raccolta. Ma Pagano non si è fermato qui, lo hanno visto a ripulire la piazzetta Pertini, dopo che proprio sul nostro sito un lettore ne aveva segnalato labbandono e lincuria. Il suo rapporto di conoscenza ed amicizia con il personale GeoEco impegnato, pare sia riuscito a fare il miracolo, un miracolo che ancora oggi in piena crisi e difficoltà permette alla città di vivere momenti di sufficiente pulizia. Limmediato è ora riavviare quella raccolta differenziata, rafforzare la presenza di raccoglitori per vetro, già presenti in città e cartone, oltre che cercare di dare un nuovo assetto allintera problematica pulizia urbana. Un momento a cui il sindaco guarda con estrema attenzione, la stessa che lo ha visto sulle barricate di Taverna del Re. A lui certamente la ramazza doro di questo terribile periodo e una volta tanto il nostro plauso. Bene, bravo, sette più, ripeteva un vecchio adagio.