TRENTOLA DUCENTA. Il consigliere dei Riformisti, Raffaele Di Lauro, ex componente della maggioranza, apre al dimissionario sindaco Pagano per un accordo politico-programmatico ma pone determinate condizioni.
Riceviamo e pubblichiamo:
Quando Pagano trasformò il progetto originale dellArcobaleno in gruppi e sottogruppi consiliari ero contrario perché consapevole che potevano verificarsi due fattori negativi: non mantenere gli impegni presi con la popolazione e con i soggetti politici artefici della vittoria, come poi è successo, e legemonia di qualche formazione politica creata ad hoc allinterno del compatto gruppo dellArcobaleno, che per il grande numero di consiglieri accolti avrebbe creato scompiglio, cercando di dettare leggi e condizioni, per fini personali e non collettivi, senza nemmeno averne il tatto politico per farlo. Anche questo è avvenuto. Del resto, non poteva essere altrimenti.
Oggi il sindaco dice che è colpa dei troppi posizionamenti politici dei vari consiglieri della maggioranza che danno allesterno unimmagine distorta della compagine amministrativa. Pd, Riformisti, Udc, Mpa, Indipendenti, una selva di sigle politiche che non permettono, dice il sindaco (esponente Lui stesso del non si sa), di dispiegare le forze e le energie migliori per il bene della città. Il sindaco, però, farebbe bene a chiedersi di chi è la colpa.
Ci tengo a ribadire che i Riformisti, composti da esponenti Socialisti e del Pd, unitisi dopo il fallimento del gruppo Arcobaleno, erano già fuori da questa maggioranza, non solo per i motivi sopra elencati ma per tante cause oramai più volte illustrate. Quindi, non ci sentiamo colpevoli, anzi abbiamo dimostrato senso di responsabilità e siamo stati consequenziali per come era il nostro modo di vedere le cose. Crediamo che se fossimo stati ascoltati non saremmo giunti a questo risultato. Chi semina vento raccoglie tempesta, non vedo perché qualcuno si meraviglia quando poi si verificano determinate circostanze.
Una cosa ha fatto bene il sindaco, quella di essersi, finalmente, dimesso per affrontare, forse con molto ritardo, questa grave situazione. Da parte nostra, potremmo pure accettare linvito del Sindaco a riprogettare seriamente qualcosa per linteresse della città, ma lo crediamo difficilmente realizzabile sia per le proprie posizioni, contrarie, ormai assunte, sia per le posizioni dei soggetti politici rimasti in campo, con molti dei quali, senza definire assolutamente nessuno in positivo o in negativo, siamo distanti, per il loro modo di pensare la politica.
Trovare quindi la risoluzionenon è un problema dei Riformisti, sarebbe bastato allepoca averne seguito le loro indicazioni, senza troppe alchimie di sorta, perché poi queste sono risultate formule fasulle, senza il fondamento e la base che si rispetta in questi contesti, cioè la politica, a cui tutti dovrebbero fare riferimento. Ne si possono accettare, in un contesto dichiaratamente fallimentare, diktat di sorta come le dichiarazioni del consigliere Cassandra che impone una giunta politica costituita dagli eletti. Avrebbero senso queste dichiarazioni se non ci fossero state tutte queste situazioni fallimentari, se questi famigerati eletti avessero dimostrato capacità organizzative e politiche. Ma oggi si è alla frutta e si deve dialogare se si vuole il benessere futuro della città e non pensare a come dividersi i posti in giunta.
Penso, poi, che sarebbe bene per la città evitare che questo contesto consiliare, così rissoso ed a volte impacciato, sia nella pratica che nella teoria, avesse a che fare con una giunta che dovrebbe avere il presunto compito di risollevare le sorti di Trentola Ducenta. Forse, ponendo queste condizioni come priorità, potremmo decidere di essere forzatamente partecipi. Ma il porre a priori condizioni su come dividersi i posti in giunta è la dimostrazione che non cè la reale volontà per un progetto di rilancio serio della città e questo mi fa pensare che quello che sta accadendo sia un progetto di mera epurazione politica. In tal caso, è meglio farsi da parte.
Raffaele Di Lauro