Sant’Antuono, il “cippo” arde tra cultura e tradizione

di Redazione

 Trentola Ducenta. Un “Sant’Antuono” all’insegna del folclore, della fede e della cultura, con centinaia di partecipanti, che hanno preso parte all’appuntamento per la benedizione degli animali e all’ accensione del falò, ad indicare anche l’inizio del carnevale.

Il luogo l’area della fiera settimanale, per l’occasione chiusa al traffico, con un servizio d’ordine eccellente assicurato dal comando Vigili urbani, in coordinamento con il nucleo di Protezione civile comunale. Tantissimi i partecipanti provenienti da ogni parte della Campania, ed anche oltre i confini regionali.

A dare il via ai festeggiamenti il parroco don Luciano Di Caprio, che ha commentato: “Le tradizioni che sembrano ormai sorpassate, come la benedizione degli animali, risvegliano invece la fede. Sant’Antonio Abate, patrono degli animali, attraverso la preghiera richiamava tutti al gusto dell’amore e della fede verso Dio. Da qui la necessità dell’impegno del popolo di Dio, attraverso le tradizioni ad essere diffusori della Parola del Vangelo che è sempre di amore e di pace.

Da parte sua, il sindaco Michele Griffo ha detto: “Rifarsi alle tradizioni costituisce un efficace motivo di richiamo dei nostri concittadini, ma anche di tanti partecipanti, che ogni anno sono sempre più numerosi attratti dalle cose buone e genuine del nostro territorio. Per la riuscita dell’evento va doveroso riconoscimento alla Pro Loco ‘Terra Asprinia’ e all’associazione ‘Folgori’, sempre attenti e che ogni anno moltiplicano l’impegno per un appuntamento di fede e di tradizione, ormai diventato canonico.

Proprio dalla Pro-Loco, Oreste Nicchio ha ritenuto che “l’espressione folkloristica, insieme alla cristianità autentica, è anche motivo di aggregazione sociale, canti, giocolieri, mangiafuoco, artisti di strada. Ma il vero protagonista è, e resta, il pubblico, stavolta, come per gli anni passati, sempre più numeroso e dalle grandi occasioni. Giovani, anziani, donne bambini, a danzare, gustando prelibatezze nostrane. Ogni anno una rinnovata emozione, nell’esaltante avventura del vivere sereni, in una comunità cittadina circondata da un territorio così martoriato e con molteplici esigenze che a volte superano ogni intervento”.

Uno scenario d’altri tempi, in un luogo che un tempo era punto di arrivo e partenza, una vecchia stazione, quella dell’Alifana, da qualche anno, per un particolare impegno delle associazioni giovanili e in coordinamento con l’amministrazione comunale, trasformata in “Casa delle Associazioni”.

E per l’accensione del “cippo di Sant’Antuono” è stata anche sede logistica della serata. Mentre una vera e propria staffetta tra il passato e presente si è materializzata tra alcuni anziani e giovani particolarmente incuriositi da antiche usanze e vecchi mestieri, raccontati dagli stessi anziani, tra i quali il catagnaro, lo zoccolaro, il sellairo, la capera, il banditore di vino, il concia-tagami, l’ovaiola, la levatrice, il cantastorie.

di Franco Musto

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