Camorra, maxioperazione contro clan casalesi: 64 arresti

di Antonio Taglialatela

carabinieriVILLA LITERNO. I carabinieri del comando provinciale di Caserta, guidati dal colonnello Carmelo Burgio, assieme alla squadra mobile di Caserta e alla Dia, hanno eseguito 64 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di affiliati al clan camorristico dei casalesi, gruppi Bidognetti e Tavoletta.

Gli arresti sono stati compiuti nei territori dei comuni casertani di Castelvolturno e Villa Literno. Le accuse sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni, porto e detenzione illegale di armi, traffico di sostanze stupefacenti e illecita concorrenza.

Tra gli arrestati i latitanti Aniello Bidognetti, figlio del boss Francesco Bidognetti, detto “Cicciotto ‘e Mezzanotte”, Giuseppe Setola e Francesco Di Maio, assieme ad Alessandro Cirillo e Francesco Cerullo, accusati di favoreggiamento. Decisiva per l’operazione “Domizia” la collaborazione con la giustizia della moglie del boss Francesco Bidognetti. Anna Carrino, 47 anni.

Le indagini, affidate ai pm Francesco Curcio e Marco Del Gaudio, sono scattate all’inizio del 2000, dopo l’omicidio di Luigi Petrella a Castelvolturno. L’uomo fu ucciso per errore, era ritenuto dal clan dei Casalesi responsabile della cattura del latitante Giuseppe Dell’Aversano, detto “Peppe ‘o diavolo”.

Due i filoni investigativi, uno riguardante la concorrenza illecita, l’altro il traffico di sostanze stupefacenti. Il primo è legato, in particolare, alla gestione dei videopoker in bar e sale giochi del litorale domitio. Di questo settore, secondo gli inquirenti, si occupava il gruppo dei Tavoletta che aveva acquisito una società divenuta, attraverso minacce e intimidazioni verso commercianti e altre ditte concorrenti, l’unica che forniva i videopoker sul litorale. Coinvolte anche una donna e la figlia, titolari della società. Nel mirino del clan anche al clinica “Pinetagrande” di Castelvolturno. Già il 7 giugno 2005 carabinieri e polizia di Caserta eseguirono 40 ordinanze emesse dalla Dda di Napoli nei confronti di altrettanti affiliati al clan dei casalesi, per il reato di estorsione aggravata.

L’altro filone d’indagine, invece, riguarda il traffico di droga, per il quale sono stati scoperti e arrestati il figlio del boss Bidognetti e gli altri due latitanti, ritenuti responsabili, tra l’altro, di alcuni omicidi e tentati omicidi riconducibili alla faida tra il gruppo Bidognetti e i Tavoletta-Cantiello per il predominio del territorio.

Il sindaco Enrico Fabozzi, appena rieletto sindaco della delicata zona a cavallo fra il casertano e il napoletano, proprio ieri aveva espresso preoccupazione per il grave rischio che il territorio sta correndo in questi anni, legato al rispetto della legalità: “Il nostro compito, – afferma il primo cittadino – insieme alle forze dell’ordine e alla magistratura, sarà quello di essere baluardo di legalità; per conto nostro a Villa Literno stiamo già pensando alla nascita di un’associazione antiracket perché senza sicurezza e senza legalità non può esserci sviluppo”.

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