AVERSA. Sento la necessità di fornire ai lettori di Pupia qualche informazione sulla presunta agonia del Pd aversano.
Così esordisce, in una nota, il coordinatore cittadino dei democratici Mariano DAmore. Innanzitutto, nessuno degli amici che hanno lasciato il partito nel corso della mia segreteria ha mai fatto riferimento al livello cittadino, nelle motivazioni rese pubbliche per spiegare il distacco dal Pd. Sfido chiunque a trovare il sia pur minimo cenno a carenze di indirizzo politico, di programmazione, di confronto o proposta sulle problematiche locali, da parte del nostro circolo. Si tratta di persone che hanno contribuito, sino alla fine, in modo attivo alla vita del partito aversano, mantenendo con il sottoscritto un rapporto estremamente collaborativo, cordiale e di stima reciproca. La verità è che come è chiarissimo nelle dichiarazioni rese alla stampa dagli amici Antonello DAmore e Diana le loro ragioni riguardano lidentità, le scelte e le prospettive del partito a livello nazionale, regionale e provinciale, oltreché valutazioni di carattere personale.
Circa il fatto che il partito aversano si sia azzerato in questi due anni, continua il coordinatore è utile ricordare che il tesseramento 2009 si è chiuso con 638 iscritti al nostro circolo e che, alle recenti europee, il Pd ha raccolto ad Aversa quasi 4mila voti, con una percentuale superiore a quella media della provincia di Caserta. Considero fisiologico che una parte dellelevato numero di iscritti non partecipi attivamente alla vita del partito. Ritengo grave, invece, che qualche dirigente cittadino si segnali per lassenza e per il silenzio alle riunioni degli organi di governo del circolo. Un dirigente di partito dovrebbe avere il coraggio e la responsabilità di rappresentare le proprie critiche nelle sedi di partito. Posso assicurare, senza timore di essere smentito, che in questi due anni ciò non è mai accaduto. Probabilmente perché al confronto a viso aperto qualcuno preferisce la via delle dichiarazioni anonime a mezzo stampa.