Scuola media ‘Parente’: “Basta discriminazioni, siamo tra i migliori istitituti”

di Redazione

 AVERSA. Il 27 febbraio scade il termine per le iscrizioni degli alunni alle scuole del primo ciclo d’istruzione.

È noto che se la scelta della scuola dell’infanzia e di quella primaria è dettata per lo più da motivazioni logistiche e di comodità (tipo la vicinanza della scuola all’abitazione), l’iscrizione alla scuola media è frutto di una riflessione più profonda, da parte dei genitori degli allievi, sull’offerta formativa elaborata dalle istituzioni scolastiche. Tale riflessione, però, non sempre segue canoni critici, anzi, troppo spesso il genitore non realizza davvero ciò che le scuole offrono in termini di educazione, crescita culturale, inserimento nella collettività, per poi scegliere in modo sereno e costruttivo ciò che davvero rispecchia il vissuto del proprio figliolo.

Più comunemente si assiste, invece, ad una scelta dettata dalla “moda” (ci iscrivo mio figlio perché tutti vanno lì…”). Si preferisce affrontare disagi non irrilevanti – per esempio in termini di traffico e di affollamento nelle classi – per permettere al proprio figlio di frequentare la “scuola di grido” del momento e si trascura, invece, una seria riflessione sulla possibilità di optare per una scelta dettata dall’analisi critica dei servizi che propone la scuola. Ecco allora che, seppur tutte le scuole siano capaci di elaborare un’offerta formativa composita, valida e che permette la sicura crescita culturale ed educativa dell’adolescente, si assiste alla rincorsa all’iscrizione ad una scuola già sovraffollata e lontana da casa, piuttosto che a quella che, oltretutto vicino casa, è in grado di offrire quantomeno la stessa qualità di quella della quale si agogna l’iscrizione.

E così, mentre alcuni Presidi devono fare i conti con l’eccesso di domanda e con l’oscillazione sulla loro testa della spada di Damocle delle misure di sicurezza violate per accogliere tutti gli istanti, altri Presidi devono fare i salti mortali per conservare un numero di iscritti tale da garantire un’idonea realizzazione di un serio progetto didattico-educativo. È il caso della scuola media “G. Parente”. Oggi pochi genitori considerano la tradizione e la storia di questa scuola. La “Parente” oggi paga il fatto di avere una struttura obsoleta, ambienti forse poco allegri, una platea “popolare”. Ma si chiede ai genitori chiamati ad operare la scelta della scuola media: è più importante che la scuola abbia pareti dai colori vistosi o che possegga una palestra e dei laboratori che nessun’altra scuola media della città può vantare? È più intelligente dare ascolto a chi vuol bollare la “Parente” come il covo di un branco di piccoli delinquenti o considerare il dato di fatto che lo scorso anno scolastico alcuni alunni di questa scuola in pieno agosto erano ancora in attività? E non ha nessun valore il fatto che la “Parente” sia stata l’unica scuola di Aversa ad ottenere un ingente finanziamento per la ristrutturazione dell’edificio scolastico grazie anche alla professionalità dei suoi docenti?

Forse i genitori dovrebbero riflettere sul fatto che sono proprio loro, con le proprie scelte a volte dettate dal pregiudizio, a volte operate per inerzia, a volte poco consapevoli se non superficiali, a stabilire il destino e la fortuna delle istituzioni scolastiche.

Destinare la “Parente”, che è scuola che non può e non vuole contare sull’apparenza e alla quale non interessa il richiamo di massa, a un ruolo ingiustamente secondario nello scenario delle agenzie educative della città, significa avallare, se non causare, la discriminazione della popolazione scolastica aversana, di fatto favorendo un deleterio depauperamento culturale nell’area nord di Aversa, laddove invece sarebbe opportuno operare mirate strategie di crescita a tutti i livelli.

La speranza è che, dopo l’ammirevole onestà intellettuale mostrata da alcuni Presidi che hanno compreso l’iniquità dell’azione di “accaparramento” delle iscrizioni, anche i genitori intendano che in realtà, iscrivere il proprio figliolo alla “Parente”, ha tutt’altro che il significato di accontentarsi giocoforza di una scuola comprimaria rispetto ad altre.

Un messaggio, però, viene forte e chiaro dalla “Parente”: non si accettano “elemosine”, ma si ha il diritto di pretendere di avere in classe alunni motivati, contenti, consapevoli di aver operato la scelta più giusta.

di Enzo Maiorca (docente scuola media “Parente”)

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