PECHINO. Sulla crisi in Tibet e sul boicottaggio della cerimonia di apertura dei Giochi di Pechino interviene, rompendo il silenzio, il presidente cinese Hu Jintao, che sbotta: Il Tibet è un affare interno alla Cina e lEuropa non può interferire.
Il nostro conflitto con la cricca del Dalai Lama non è un problema etnico, religioso o di diritti umani, bensì un problema di difesa dellunità della Nazione o di divisione della madrepatria
, ha affermato Jintao durante il convegno internazionale di Boao, sullisola di Hainan, nel sud della Cina, dove ha ricevuto il primo ministro australiano Kevin Rudd. Parole, quelle del presidente cinese, che si aggiungono a quelle recenti del portavoce del ministero degli Esteri Jiang Yu, il quale ha accusato il Parlamento europeo di aver rozzamente interferito negli affari interni della Cina circa lipotizzata scelta di boicottare lapertura delle Olimpiadi, a fronte della violenta repressione messa in atto dal governo cinese nel Tibet. Un altro segnale della comunità internazionale è rappresentato dallannuncio del segretario generale dellOnu, Ban Ki-moon, di non partecipare alla cerimonia dell8 agosto. Devo rinunciare per una fitta agenda di impegni, così ha giustificato la propria assenza il leader delle Nazioni Unite, ma tutti hanno compreso quale sia la reale motivazione.
Hu Jintao, secondo lagenzia di stampa cinese Nuova Cina, sarebbe pronto ad incontrare il Dalai Lama, premio Nobel e leader spirituale dei tibetani – accusato dal governo di Pechino di aver organizzato la rivolta in Tibet, poi estesasi anche alle nazioni confinanti – ma a patto che questi metta fine alle attività secessioniste e a quelle mirate a sabotare le Olimpiadi.
Intanto, lo stesso Dalai Lama ha ribadito ancora una volta di essere contrario al boicottaggio delle Olimpiadi, confermando il suo unico obiettivo, ossia lautonomia del Tibet.