BERLINO. E solo una statua di cera ma Adolf Hitler mette ancora scompiglio tra i tedeschi e non solo.
Era lattrazione più importante del Museo Tussaud di Berlino, costata circa 200mila euro, 25 operai, 2mila foto, una statua come modello e quattro mesi per realizzarla, ma è stata decapitata intorno alle dieci, questa mattina, dal secondo visitatore del museo appena inaugurato, un 41enne residente, secondo quanto riferito dalla polizia, nel quartiere di Kreuzberg, il luogo simbolo della Berlino multiculturale e alternativa, con alcuni precedenti penali a suo carico tra cui anche un furto di energia elettrica. Luomo avrebbe fatto una fila di circa un’ora in modo da essere tra i primi a entrare nel nuovo museo. Si sarebbe diretto immediatamente verso la statua del dittatore ed avrebbe tentato di toccarla. Ostacolato, poi, da un altro visitatore, avrebbe raggiunto il suo intento solo dopo una breve scaramuccia. Si sarebbe dunque avvinghiato alla testa del Führer, seduto alla sua scrivania nel bunker dove si tolse la vita nel 1945, con il volto scuro e lo sguardo basso, nel pieno della sua decadenza, e lavrebbe staccata al grido mai più guerre. Un atto di protesta per dire no alla presenza del dittatore per eccellenza nella mostra. Luomo è stato arrestato subito dopo dai poliziotti, ma il suo gesto ha fatto il giro del mondo. La polemica era però già cominciata da qualche settimana.
Lannuncio della presenza della statua di Hitler nel museo della capitale ha diviso il popolo tedesco. In Germania è reato propagandare simboli nazisti e dare dignità ai protagonisti del periodo più nero della storia tedesca. Ma non era certo questo lintento degli organizzatori della mostra, che hanno scelto di raffigurare luomo della morte nel momento della sua massima disperazione, nelle ultime ore di vita quando il suo sogno perverso di conquistare lEuropa era diventato già solo un disegno dietro le sue spalle (la mappa dellEuropa rappresentata alle spalle del Führer starebbe a significare proprio questo). Una ricerca di mercato è bastata agli organizzatori del museo per capire cosa voleva la maggior parte dei tedeschi: Hitler, in mostra in una luce negativa, per ricordare, più che per cancellare. Ma non tutti i tedeschi sono daccordo. La fondazione tedesca per il memoriale all’Olocausto ha detto che la scelta di inserire Hitler nella parte storica della mostra, non lontano da Winston Churchill, vicino al Dalai Lama e a pochi metri dal sindaco di Berlino, il socialdemocratico Klaus Wowereit, è di cattivo gusto, dettata solo da un riscontro economico. A dirsi contrari anche i politici cristiano-democratici, verdi, della Linke, socialdemocratici che hanno definito volgare lidea di mettere in mostra il Führer. Certo, il segretario generale del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Stephan Kramer, dice di non essere in via di principio contrario alla presenza di Hitler tra coloro che hanno avuto un ruolo importante nella storia tedesca ma trova di cattivo gusto il fatto che il museo sia poco lontano dal memoriale all’Olocausto. «Non dovrebbe diventare un’attrazione turistica, – afferma – ma se questa mostra aiuta a normalizzare il modo in cui ci si approccia a Hitler, una specie di demistificazione, proviamo pure. Cancellarlo dalla storia non ci riporterà i morti che ha provocato. Anzi, sarebbe controproducente».
E per normalizzare la figura di Hitler in Germania si pensa anche a ripubblicare Mein Kampf, il manifesto ideologico di Hitler al momento vietato nel Paese, e molte opere trattano ormai la vita del dittatore in modo aperto. Intanto attorno alla statua di cera del Führer c’è un cordone invalicabile per impedire che i visitatori si facciano fotografare al fianco del criminale invece che con Elvis, Dalai Lama o con Papa Benedetto.