Tuoring Club: “Un osservatorio sul turismo culturale ad Aversa”

di Redazione

 AVERSA. Si è tenuto il primo convegno annuale della sezione aversana del Touring Club Italiano.

Significativa è stata la scelta della sede che è caduta sull’aula riunioni della Pro-Loco di Aversa, in via Botticelli dalle 18.30 alle 20.30 circa, scelta tesa a rafforzare gli attuali propositi strategici del Tci, sempre più proteso alla collaborazione attiva e sinergica con le strutture turistiche pubbliche e private, locali e nazionali, sia per l’organizzazione di singoli eventi che per la programmazione di piani generali di azione sul territorio.

A presenziare l’evento sia il console del Tci per Aversa, il dottor Sergio d’Ottone, che la presidentessa della Pro Loco, dottoressa Rosanna Santagata, e hanno partecipato, anche con pubblici interventi, i consoli Tci per Napoli, Gennaro Strongone, per Caserta, Antonio La Gamba, e per Capua, Annamaria Troili, nonché la vice console per Aversa, M. Daniele, oltre a Vittorio Scaringia, presidente del Consorzio delle botteghe di Via Seggio, l’ingegner Romualdo Guida, monsignor Ernesto Rascato, parroco di S. Lorenzo, Filippo Mincione, consulente aziendale, e il consigliere comunale professor Domenico Rosato.

Tantissimi gli argomenti e le tematiche trattate, già a partire dal moderatore d’Ottone che ha ricordato quanto espresso nel convegno dei consoli Tci, tenutosi a Bari nel 2009, cioè la nuova ambivalente missione del Tci, da un lato, con le sue riviste, il tradizionale ruolo di punto di riferimento e stimolo per il turista (e che in quanto tale deve favorire i soci, ma anche aprirsi e “attrarre” i non-soci), dall’altro la nuova veste di interlocutore tra i vari agenti turistici pubblici e privati e di promotore delle loro iniziative, tenendo ben presente il valore economico e sociale del turismo, perché “il turismo è un business” (d’Ottone), ma anche perché “il turismo è cultura” (Santagata).

Di fronte a tanti progetti per il recupero a macchia di leopardo di singoli monumenti aversani, che il probabile stanziamento di 30 milioni di euro per la realizzazione di progetti culturali regionali da parte dell’Unione europea ha stimolato, come un fulmine provoca l’incendio di un bosco, sono stati saggiamente ricordati: la necessità di una programmazione generale impostata come vero business plan cui collaborino intermediari competenti, di cui Scaringia lamenta l’assenza (ma basterebbe forse dare una chance alle centinaia di giovani che ogni anno si laureano in Beni Culturali), l’importanza di una visione d’insieme degli interventi senza trascurare i vuoti urbani (Guida), il bisogno di essere prudenti quando si pensa di rivalorizzare delle aree depresse con potenziale turistico, senza limitarsi ad approcci puramente economici e commerciali, perché il rischio è quello di distruggere ogni contesto culturale che contribuisce a creare identità, confondendo i simboli e i valori di una città, disorientando non solo i turisti, ma pure i cittadini stessi e, così, fallire ogni obiettivo preposto (Rosato).

Il convegno si è chiuso con la proposta, fatta da d’Ottone, di istituire un osservatorio di turismo culturale ad Aversa, in modo tale da studiare la realtà socio-culturale cittadina, nuove proposte di valorizzazione e le possibilità, che ci si augura siano molte, di successo.

inviato da Giordano M.A. Saulino

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