ISTANBUL. Potrebbe trattarsi di unazione dei ribelli curdi del Pkk quella che ieri ha provocato 16 morti e 154 feriti, di cui 15 in condizioni gravi, in Turchia, nella parte europea di Istanbul.
Il governo non conferma ma non ha alcun dubbio che si sia trattato di un attentato terroristico, anche perché è stato compiuto in una zona affollata proprio allo scopo di mietere quante più vittime. Due esplosioni potentissime: la prima in una cabina telefonica nel quartiere periferico di Güngoren, sulla riva europea della metropoli turca, zona molto frequentata da pedoni; la seconda fatta esplodere dopo che sul posto erano accorse numerose persone. Nessun obiettivo può essere raggiunto con la violenza, il terrorismo, uccidendo degli innocenti. Questi attacchi dimostrano quanto disumani e miserabili siano i mandanti, ha commentato il presidente turco Abdullah Gul. Quello di ieri è il più grave atto terroristico in Turchia dal 20 novembre 2003, quando vi furono due attentati suicidi contro il consolato e una banca britannici – rivendicati da Al Qaeda: morirono 30 persone. Cinque giorni prima erano state colpite due sinagoghe, sempre nella capitale: 27 le vittime.