Georgia, le truppe russe lasciano Gori

di Antonio Taglialatela

Soldati russi rientrano (REUTERS/Umit Bektas)GORI. Le truppe russe hanno iniziato oggi a ritirarsi della città georgiana di Gori, dirigendosi verso l’Ossezia del Sud, la provincia con ambizioni separatiste oggetto del conflitto tra Russia e Georgia.

Intanto, però, il Cremlino ha interrotto qualsiasi collegamento con il territorio georgiano, bloccando la frontiera e i collegamenti aerei, ferroviari e marittimi, per impedire, riferiscono fonti di Mosca, “il contrabbando di armi e l’ingresso di organizzazioni terroristiche straniere in Russia”. Tra le due parti c’è stato anche uno scambio di prigionieri: cinque militari russi, tra i quali due piloti abbattuti, in cambio di 15 militari georgiani.

Dalla Nato, durante la riunione straordinaria dei 27 Stati membri, era giunto l’ennesima richiesta alla Russia di rispettare l’accordo di pace firmato nei giorni scorsi e ritirare le truppe. L’Alleanza Atlantica è stata invece cauta sulla richiesta statunitense di “raffreddare” i rapporti con Mosca. Il segretario degli Esteri britannico David Miliband ha detto che la priorità dei colloqui è manifestare sostegno alla Georgia, che aspira ad entrare nella Nato, e garantire che la Russia si attenga al piano in sei punti negoziato dalla Francia che ha messo fine a 12 giorni di conflitto. Secondo il segretario di Stato americano Condoleezza Rice, al vertice straordinario dell’Alleanza atlantica, “l’Occidente dovrà farà tutto quanto in suo potere per impedire alla Russia di trarre una vittoria strategica dal suo intervento militare in Georgia. Mosca – ha aggiunto la Rice – deve capire che sta facendo un gioco pericoloso con gli Usa e i suoi alleati della Nato”.

Resta il dramma degli sfollati, oltre 100mila, per i quali la comunità internazione ha finora stanziato solo 23 milioni di dollari, quando secondo l’Onu ne occorrerebbero almeno 58. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha incontrato Jacob Kellenberger, presidente della commissione internazionale della Croce rossa (Circ), per discutere delle questioni riguardanti gli aiuti per i profughi e i rifugiati dell’Ossezia meridionale. La Protezione Civile russa ha poi inviato 1.500 tonnellate di aiuti umanitari nell’Ossezia del Sud e altri 4.000 sono arrivati nell’Ossezia del Nord in aiuto ai rifugiati. Altri sei convogli con aiuti umanitari arriveranno presto sempre in Ossezia del Nord. La città di Tskhinvali, capoluogo dell’Ossezia del Sud, ha già ricevuto 1.609 tonnellate di carichi umanitari.

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Redazione
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