Dopo che il Consiglio di sicurezza dellOnu ha dichiarato colpevole la Corea del Nord per il lancio del missile lo scorso 5 aprile, questultima ha deciso di boicottare i colloqui al Sei nazioni sul nucleare.
I quindici membri del Consiglio dellOnu hanno condannano il lancio effettuato il 5 aprile poiché contravviene la risoluzione 1718 dell’ottobre 2006 che proibiva a Pyongyang esperimenti nucleari e lanci di missili. Nel testo, inoltre, si esige che la Corea del Nord si astenga da altri lanci in futuro. La risposta, però, non si è fatta attendere e il regime di Pyongyang ha annunciato che riavvierà impianti come quello di Yongbyon, parzialmente smantellato nel 2008 e che non ritiene più necessari i colloqui sul processo di denuclearizzazione.
La decisione della Corea del Nord ha preoccupato molto la comunità internazionale, in particolar modo i governi di Mosca, Tokyo e Pechino hanno lanciato degli appelli a Pyongyang affinché rinunci alla sua decisione. Il portavoce del ministero degli Esteri Jiang Yu ha affermato: La Cina spera che tutte le parti continuino a promuovere e fare avanzare le discussioni a Sei e la denuclearizzazione della penisola coreana. Anche il governo russo ha lanciato un appello alla Corea del Nord: Possiamo solo essere rammaricati per la decisione della Corea del Nord e la esortiamo a non sospendere i negoziati a sei sulla questione nucleare. Anche la Corea del Sud è intervenuta sulla questione affermando che la risposta del regime di Pyongyang è stata molto dura e che loro reagiranno in maniera molto calma alle minacce nordcoreane.