Conferenza Onu, Ahmadinejad a Israele: “Governo razzista”

di Angela Oliva

 GINEVRA (Svizzera). La “Durban II”, conferenza dell’Onu sul razzismo e la xenofobia, si è aperta tra le polemiche suscitate dal discorso di Mahmoud Ahmadinejad.

In previsione di ciò, paesi come Stati Uniti, l’Italia, la Germania, la Polonia, l’Australia, il Canada, l’Olanda, la Nuova Zelanda e Israele avevano già deciso di disertare l’incontro. Molti altri paesi hanno abbandonato l’aula dopo il discorso del presidente iraniano che ha parlato, pur nominando mai Israele, di “un governo razzista”.

“Dopo la fine della Seconda guerra mondiale – ha detto dal palco di Ginevra il presidente iraniano – gli alleati sono ricorsi all’aggressione militare per privare della terra un’intera nazione, sotto il pretesto della sofferenza degli ebrei. Hanno inviato immigrati dall’Europa, dagli Stati Uniti e dal mondo dell’Olocausto per stabilire un governo razzista nella Palestina occupata”. Dalla sala si sono elevati anche degli applausi quando Ahmadinejad ha accusato “gli stati occidentali di essere rimasti in silenzio di fronte ai crimini commessi da Israele a Gaza”, quando ha detto che occorre “rivedere le organizzazioni internazionali e il loro modo di lavorare” e quando ha sostenuto che gli Usa anno scatenato la crisi economica.

Immediata la risposta di Israele che ha richiamato in patria il proprio ambasciatore in Svizzera poiché il premier Benjamin Netanyahu si è fortemente offeso di essere stato definito “razzista”.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, nel suo discorso, ha ribadito che bisogna combattere contro tutte le forme di razzismo, incluse l’antisemitismo e l’islamofobia, poi si è rivolto agli assenti: “Sono profondamente deluso. Rimpiango profondamente che alcuni abbiano scelto di farsi da parte. Spero che non duri a lungo”. Dopo la conferenza il segretario Onu ha incontrato il presidente iraniano per un colloquio privato.

Intanto, la portavoce della Commissione europea Christiane Hohmann ha chiarito che l’esecutivo comunitario segue da vicino la conferenza dell’Onu e che intende comunque “reagire in modo appropriato a eventuali dichiarazioni inaccettabili. Molti Stati membri hanno deciso di ritirarsi dalla conferenza. Ma una grande maggioranza sono ancora impegnati nella conferenza, quindi riteniamo di poter trarre qualcosa dalla conferenza”.

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