L’Organizzazione degli Stati Americani ha escluso l’Honduras dall’organismo, esprimendo al tempo stesso solidarietà e sostegno al presidente destituito Manuel Zelaya, il quale ha dichiarato di voler rientrare domenica nel suo Paese.
La sospensione è giunta dopo che le autorità honduregne avevano ignorato l’ultimatum per reintegrare Zelaya come presidente dell’Honduras.
L’esclusione (la prima dal 1962, quando a essere espulsa fu la Cuba di Fidel Castro per la sua adesione al blocco sovietico) è stata approvata dal 33 dei 34 Paesi, e isola ancor più le autorità golpiste honduregne e il presidente provvisorio Roberto Micheletti, già condannati dall’Onu, dall’Unione europea e dalla maggior parte degli Stati dell’America centrale, tanto che nessun ambasciatore europeo è ormai più a Tegucigalpa e la Banca mondiale et la Banca Interamericana di Sviluppo hanno confermato il congelamento delle loro linee di credito.
Da parte sua, Zelaya si è detto ottimista sulla possibilità del successo del suo rientro perché “tutti hanno condannato il colpo di Stato”, lasciando intendere di aspettarsi un’accoglienza favorevole a Tegucigalpa.
Tuttavia, in caso di ritorno in patria, Zelaya potrebbe essere arrestato. Intanto, il nuovo presidente designato dai golpisti, l’italo-honduregno Roberto Micheletti, ritiene quanto accaduto non un colpo di Stato ma una legittima sostituzione del presidente approvata dal Congresso.