TEGUCIGALPA.Manuel Zelaya, il presidente “cacciato” dall’Honduras dai golpisti guidati dal nuovo presidente Roberto Micheletti, non ha potuto far rientro nel suo Paese, come ieri aveva annunciato durante la riunione dell’Organizzazione degli Stati americani.
Il suo aereo ha sorvolato l’aeroporto della capitale, ma non è atterrato perché i militariavevano bloccato la pista. Centinaia di suoi sostenitori si erano riuniti nella zona in attesa del suo rientro e si sono scontrati con le forze di polizia, in un crescendo di tensione che ieri ha fatto registrare la prima vittima, un giovane di 19 anni raggiunto da un colpo di arma da fuoco alla testa, anche se alcuni media parlano di due morti.
Dopo un breve scalo in Nicaragua, Zelayaè arrivato in El Salvador da dove ha chiesto alle forze armate del suo Paese di abbassare le armi.
Intanto, l’Honduras è isolato politicamente dal resto del mondo per la sua condotta (non accadeva per un Paese dal 1962, quando venne espulsa dall’Osa la Cuba di Castro), tanto da rendere concordi addirittura il presidente statunitense Obama e quello venezuelano Chavez: sia la destra che la sinistra del continente chiedono che Zelaya torni al suo posto.