MANILA. Centinaia di uomini armati hanno compiuto un sequestro di massanell’isola di Mindanao, sud delle Filippine, uccidendo 21 persone, tra cui 13 donne e 8 uomini, i cui corpi sono stati ritrovati ad Ampatuan, provincia di Maguindanao, a circa mille chilometri dalla capitale Manila.
Tra le vittime la mogliedel vicesindaco di Buluan, Ibrahim Mangudadatu, che stava andando a presentare la candidatura del marito a governatore della città di Amatuan. In tutto, sarebbero una quarantina le persone rapite dal commando, composto da seguaci del sindaco della città di Aguak, Datu Unsay Ampatuan, rivale politico di Mangudadatu, che avrebbe posto in essere un”avvertimento” nei confronti dell’avversario. Tra le persone sequestrate anche la sorella, il fratello ed altri parenti del vicesindaco, oltre a due avvocati e alcuni giornalisti locali. Sarebbero stati condotti in un luogo non ben precisato nell’area montana di Maguindanao.
Il colonnello Jonathan Ponce, portavoce dell’esercito, ha spiegato che sono state inviate truppe nell’area per cercare di tenere a bada le tensioni politiche e liberare gli ostaggi.
Le elezioni sono previste per il prossimo maggio per scegliere presidente, vicepresidente, 12 parlamentari della Camera alta, 300 della Camera bassa e diversi amministratori locali. Un appuntamento che ha innescato un’esclation di violenze nel sud del Paese, dove le forze di sicurezza devono spesso fare i conti con gruppi di ribelli comunisti del New Peoples Army (Npa), di islamici radicali e di seguaci di raggruppamenti tribali. Solo una decina di giorni fa erano morte 23 persone negli scontri tra le forze governative e l’Npa, che conta oltre 4mila militanti e che da 40 anni tentadi rovesciare il governo democratico e creare un stato comunista. Dal 1960 questogruppo ha provocato la morte di 40mila persone ed è stato inserito nell’elenco delle organizzazioni terroristiche dagli Usa e da alcuni stati europei.