TEHERAN. La televisione di Stato iraniana ha ammesso che durante gli scontri di domenica scorsa, a Teheran, sono morte almeno 15 persone.
Tra le vittime, secondo il ministero dei servizi segreti, “più di dieci appartenenti ai gruppi controrivoluzionari”,mentre gil altri cinque, si legge nel sito web della televisione pubblica, sono stati uccisi “da gruppi terroristici”.
LUNEDI’ FUNERALI DEL NIPOTE DI MOUSSAVI. Domenicaalcuni siti web anti-governativiaveva reso noto che tra le vittime c’era un nipote del leaderMir Hossein Moussavi, i cui funerali dovrebbero svolgersi lunedì, secondo quanto riportato dalla Bbc online. Seyed Ali Moussavi, questo il nome del nipote del leader dellopposizione iraniana, sarebbe stato ucciso da un proiettile nella schiena, sparato dalle forze di sicurezza iraniane che disperdevano le manifestazioni nella capitale. Proprioi funerali di Moussavi potrebbero trasformarsi in una nuova occasione di proteste contro il regime del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Infatti, la polizia iraniana ha lanciato gas lacrimogeni lunedì mattina per disperdere sostenitori dell’opposizione che si erano radunati davanti all’ospedale dove si trova la salma di suo nipote. Lo riferisce il sito riformista Norooz.
REPRESSIONE. Intanto, continua la repressione. All’alba è stato arrestato una delle voci critiche del regime, Ebrahim Yazdi, che era stato vicepremier e ministro degli Esteri nel primo governo dopo la rivoluzione del 1979: lo ha riferito un sito internet, secondo cui le forze dell’ordine sono arrivate intorno alle tre di notte a casa dell’uomo politico e lo hanno portato via. Più tardi agenti degli apparati di sicurezza iraniani hanno fatto irruzione nella Fondazione Baran, dell’ex presidente riformista Mohammad Khatami, dove hanno arrestato due suoi collaboratori, tra cui un ex ministro, e sequestrato numerosi documenti. Lo rende noto Parlemanews, il sito dei deputati riformisti.
CONDANNA DAL GOVERNO USA. Dalla Casa Bianca arrivano parole dure: “Condanniamo con forza la violenta ed iniqua soppressione di civili che cercano di esercitare i loro diritti universali in Iran”. Con queste parole il portavoce del National Security Council, Mike Hammer, ha espresso la condanna dell’amministrazione americana per le violenze in Iran. “Governare tramite violenza e paura non è mai giusto», ha sottolineato ancora Hammer, per il quale questo rivela un maggior timore da parte di alcuni governi «delle aspirazioni della propria gente che della potenza di altre nazioni”.