Terremoto distrugge Haiti: si temono 500mila morti

di Redazione

 PORT-AU-PRINCE. Potrebbe aver ucciso 100mila o addirittura 500mila persone il devastante terremoto che hacolpito l’isola caraibica di Haiti.

La prima stima viene fornita dal governo locale, l’altra da un senatore haitiano di opposizione, Youri Latortue (nipote dell’ex presidente Gerard Latortue), pur ammettendo che al momento è impossibile fornire cifre reali.

Tre le scosse più forti verificatesi martedì: la prima alle 16.53 locali (22.53 italiane) di magnitudo 7,3, la seconda di 5,9, la terza di 5,5. L’epicentro è stato localizzato sulla terraferma, a 15 chilometri a sudovest della capitale Port-au-Prince e ad una profondità di 10 chilometri. E’ il peggior terremoto dal 1770. Dopo la prima scossa devastante ne sono seguite altre 31 di intensità compresa tra 5.9 e 4.2 gradi della scala Richter. L’ultima è stata registrata alle 2.23 (le 8.23 in Italia).

CROLLANO EDIFICI, TRA CUI OSPEDALE E PALAZZO PRESIDENZIALE. Crollati alcuni edifici nella capitale, tra cui un palazzo di tre piani a Petionville, un sobborgo della capitale, che ospitava uffici privati. Distrutto anche un ospedale di Port-au-Prince. Secondo la Cnnin spagnolo, tra i palazzi crollati ci sarebbe anche quello presidenziale, anche se il presidente Renè Preval è vivo. La prima scossa avrebbe fatto addirittura saltare le auto dalla strada.

IN MIGLIAIA SOTTO LE MACERIE.

Migliaia le persone sotto le macerie, e ciò fa pensare ad un elevato numero di vittime. Per un bilancio è ancora troppo presto, le informazioni, anche a causa della rete delle telecomunicazioni andata completamente in tilt, arrivano con difficoltà. Secondo l’Onu e la Croce Rossa il sisma ha colpito in vario modo dai 3 ai 3,5 milioni di persone, oltre un terzo della popolazione totale del Paese. Di certo migliaia di persone sono sepolte sotto le macerie e i soccorritori stanno lottando contro il tempo per estrarne vive quante più possibile. Circa 200 persone sarebbero sepolte sotto le macerie di un albergo di Port-au-Prince. Nel frattempo, c’è già chi ha iniziato ad approfittare del dramma collettivo che sta vivendo la nazione. Un gruppo di uomini e donne ha assaltato e depredato un supermercato nella Capitale, approfittando dei varchi apertisi nei muri e del fuggi fuggi generale. Altre azioni di sciacallaggio, secondo quanto hanno riferito fonti locali alle agenzie di stampa, si registrano in varie zone della capitale.

MORTI ARCIVESCOVO E MISSIONARIA. Tra le vittime sicure c’è l’arcivescovo di Port-au-Prince, monsignor Serge Miot, mentre non si hanno notizie del vicario generale, monsignor Benoit. Il nunzio apostolico ad Haiti, Bernardito Auza, ha dichiarato all’agenzia Fides che la cattedrale, l’arcivescovado, tutte le grandi chiese e tutti i seminari sono ridotti a macerie; stessa sorte per i ministeri, il palazzo presidenziale, le scuole. “Centinaia di seminaristi e sacerdoti sono rimasti sotto le macerie” ha aggiunto Auza. Tra le vittime c’è anche Zilda Arns, fondatrice della Pastorale dei bambini della Chiesa cattolica brasiliana e missionaria famosa in Italia per aver ricevuto il premio dei diritti umani dell’Onu nel 2002.

MILITARI ONU. Otto caschi blu cinesi della missione Onu sono rimasti sotto le macerie. Altri dieci militari risultano dispersi, secondo quanto reso noto da fonti governative di Pechino. Morti tre caschi blu giordani della missione Onu ed altri 21 sono rimasti feriti nella capitale. Sarebbe morto anche il comandante della missione, il generale tunisino Hedi Annabi, ma l’Onu non ha confermato la notizia. L’edificio di sei piani, sede della missione, si è completamente sbriciolato. Tra i civili dell’Onu ci sono stati almeno 14 morti e 56 feriti,mentre dispersi potrebbero arrivare a 150.

ALLERTA TSNUNAMI. Immediatamente è stato diramato l’allarme tsunami per tutta la regione delle Antille: Cuba, Haiti, Repubblica Domenicana e Bahamas. Il centro di vigilanza tsunami ha chiarito che l’allerta è stato diramato a titolo precauzionale perché “nella storia della zona non esistono precedenti di onde anomale distruttive. Tuttavia esiste la possibilità della formazione di uno tsunami locale che potrebbe investire le coste a non più di 100 chilometri dall’epicentro”.

AMBASCIATORE USA: “UNA CATASTROFE”. L’ambasciatore di Haiti a Washington, Raymond Alcide Joseph, ha definito una “catastrofe di proporzioni devastanti” il terrremoto che ha investito l’isola, lo stato piu’ povero dell’area. Il diplomatico ha raccontato alla Cnn di aver parlato con un consigliere del presidente che gli ha raccontato di aver visto “case sbriciolate ovunque”. Joseph ha lanciato un appello agli Stati Uniti e a tutto il mondo per intervenire immediatamente, anche per Haiti non è in grado di prestare autonomamente soccorsi per una sciagura di tali proporzioni.

OBAMA: “PRONTI AD INTERVENIRE”. Il presidente americano Barack Obama ha riferito che gli Usa sono pronti a prestare aiuto. In una dichiarazione diffusa in serata dalla Casa Bianca, Obama scrive: “I miei pensieri e le mie preghiere vanno a chi è stato colpito dal terremoto. Stiamo seguendo la situazione da vicino e siamo pronti ad aiutare il popolo di Haiti”. Il presidente ha chiesto al Dipartimento di Stato, all’Usaid (l’agenzia per gli aiuti umanitari) e al Southern Command del Pentagono, da cui dipende l’area dei Caraibi, di prepararsi ad assistere Haiti con aiuti d’emergenza.

SISMA AVVERTITO ANCHE IN REPUBBLICA DOMINICANA. Le scosse sono state avvertite con molta intensità anche nella Repubblica Dominicana che con Haiti condivide il territorio dell’isola di Hispaniole. A Santo Domingo moltepersone sono uscite in strada, negli uffici il terremoto ha fatto muovere le scrivanie e i lampadari.

FARNESINA: NELL’AREA 190 ITALIANI FRA TURISTI E RESIDENTI. Settanta dei 190 italiani tra coloro che vivono stabilmente nell’isola e quelli presenti per lavoro o turismo sono in salvo, mentre si cerca di mettersi in contatto con gli altri, dicono alla Farnesina, la cui Unità di crisi sta verificando anche la notizia della morte di un connazionale. “Non è detto che tutti e 190 si trovino fisicamente ad Haiti”, ha chiarito il responsabile dell’Unità di crisi, Fabrizio Romano. Dodici tecnici di una ditta romana in un cantiere a nord di Haiti, alcuni religiosi e il console onorario Giovanni de Matteis sono stati contattati e sono incolumi. “Ci sono grosse difficoltà di comunicazione e di raccolta di informazioni”, ha fatto sapere Ludovico Camussi, dell’unità di crisi della Farnesina.

AIUTI INTERNAZIONALI. Usa e Australia già sono all’opera per soccorsi e aiuti. Il governo venezuelano ha annunciato l’invio di una squadra di aiuto umanitario composta di cinquanta uomini con beni alimentari e medicinali. Anche la Francia ha fatto sapere che invierà immediatamente aiuti d’urgenza. Tutti i paesi dell’America latina hanno mostrato la loro disponibilità ad inviare aiuti. In particolareil Brasile ha espresso la sua “grande inquietudine” per la sorte dei 1200 soldati brasiliani che lavorano per la missione di stabilizzazione dell’Onu nel paese (Minustah). La Banca interamericana di sviluppo (Bid) ha sbloccato aiuti d’urgenza per 200mila dollari.

APPELLO DEL PAPA. ”Mi appello alla generosità di tutti”. Così Papa Benedetto XVI dopo il devastante terremoto che ha colpito Haiti. “Non si faccia mancare – ha detto il Pontefice assicurando l’impegno della Chiesa – a questi fratelli e sorelle che vivono un momento di necessità e di dolore, la nostra concreta solidarietà e il fattivo sostegno della Comunità internazionale”.

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