WASHINGTON. L’amministrazione Obama ha raggiunto un accordo con i democratici antiabortisti guidati da Bart Stupak e questo dovrebbe permettere di avere alla Camera i 216 voti di cui ha bisogno per ottenere il varo della riforma sanitaria negli Usa.
La svolta è giunta dopo che la Casa Bianca ha reso noto che il presidente provvederà a riaffermare il bando all’uso di fondi federali per le iniziative a sostegno dell’aborto come richiesto dagli uomini di Stupak e questo ha permesso al deputato di annunciare pubblicamente che voterà sì alla riforma.
La speaker della Camera Nancy Pelosi ha portato in aula il martello di legno con il quale, nel 1965,Charles Dingell sancì l’approvazione di Medicare, la mutua degli anziani, pronta a usarlo al momento del voto. “Il presidente Roosevelt ha varato la Social Security; Lyndon Johnson, Medicare. Oggi Obama farà approvare la riforma della Sanità”, ha spiegato con orgoglio il capogruppo democratico John Larson. Stupak, dal canto suo, ha detto di essere “sempre stato a favore della riforma sanitaria”. “Siamo ben oltre i 216 voti”, ha aggiunto dopo aver avuto assicurazioni dalla Casa Bianca che “le restrizioni contro il finanziamento pubblico degli aborti non saranno aggirate” e che sarà protetta “la santità della vita”.
Il piano di Obama, un compromesso tra la versione voluta dalla Camera e quella approvata dal Senato, porterà gli Stati Uniti a un sistema sanitario a copertura garantita quasi universale grazie a un mix di programmi sanitari federali e sussidi a 32 milioni di persone per sottoscrivere polizze assicurative.
I repubblicani sono comunque determinati a dare battaglia fino alla fine e a dar loro manforte sono arrivati centinaia di sostenitori che hanno manifestato davanti al Congresso, esaltati da una sortita di tre parlamentari che hanno mostrato cartelli con la scritta “Kill The Bill” (boccia la legge). Rappresentavano la manifestazione politica del fronte del no, visibile anche all’esterno di Capitol Hill, dove c’erano molti manifestanti con cartelli e striscioni contro la riforma, ma anche manifestanti a favore della svolta epocale per l’assistenza sanitaria Usa.
L’intesa dell’ultimo minuto sui limiti da imporre ai finanziamenti pubblici in tema di aborto, che spiana la strada alla riforma sanitaria, stabilisce un potenziamento dei controlli sui fondi federali, per evitare che questi possano essere impiegati in casi di aborto. E’ previsto in tema di aborto un rafforzamento dei limiti imposti ai finanziamenti pubblici: il testo di riforma già li contempla, ma i parlamentari antiabortisti li volevano comunque più esplicitati, per evitare che potesse ripresentarsi la versione “blanda” contenuta nel testo del Senato. Obama con il suo impegno a firmare un ordine esecutivo ha accolto e rafforzato le loro ragioni. Il testo della legge non cambia, ma con il suo ordine esecutivo il presidente Obama è come se sottolineasse che, in tema di aborto, non ci potranno essere ulteriori modifiche. Stupak e colleghi hanno ottenuto che nessuna assicurazione possa ottenere fondi federali per fornire coperture assicurative in tema di aborto. Se un privato cittadino ritiene di voler abortire, e un’assicurazione intende coprire le spese al riguardo, lo potrà fare a titolo squisitamente privato, ma quella assicurazione non avrà accesso, per legge, ad alcun fondo pubblico.
“So che sarà un voto duro, ma sono fiducioso perché sono convinto che sia la cosa giusta da fare” aveva detto Obama ai deputati nel suo ultimo intervento a Capitol Hill. In un lungo colloquio, a tratti commovente, il presidente degli Stati Uniti, ha insistito più volte su un punto: “Se ognuno di voi crede che questa legge non sia un miglioramento dello status quo, in cui persone sono costrette a morire senza cure, o a vendere la propria casa perché non hanno i soldi per pagare il medico. Se credete onestamente dal profondo del cuore che è così, allora votate no. Se invece credete che il sistema attuale non funziona, che le assicurazioni non fanno sempre gli interessi dei cittadini, allora vota questa riforma. Non ti chiedo di farlo per me, o per il partito democratico, ma per il popolo americano, per quelle persone che non ce la fanno e hanno bisogno d’aiuto”.