Obama: “In futuro trivellazioni solo a determinate garanzie”

di Redazione

Barack Obama Stretta di Barack Obama sulle nuove trivellazioni per la ricerca di petrolio in mare. Nel suo discorso settimanale per radio e internet, il presidente americano ha annunciato che in futuro dovranno essere permesse solo se sarà garantito che non potranno provocare disastri ambientali.

Una presa di posizione chedà la misura della rabbia che negli ultimi giorni sta montando sempre di più contro la Bp. I tentativi del colosso petrolifero di contenere la perdita di petrolio che dal 20 aprile scorso si riversa dalla piattaforma nel Golfo del Messico continuano ma sono in molti tra gli abitanti della costa e tra i leader politici a Washington a puntare il dito contro la multinazionale britannica. Con giorni di ritardo sulle previsioni iniziali, il colosso petrolifero proverà, non prima di martedì prossimo, a bloccare la fuoriuscita di greggio, tentando di ostruire con un tappo di cemento ad alta pressione il pozzo che vomita il petrolio in mare.

Nel discorso del sabato, Obama ha anche ufficializzato la nascita di una commissione d’inchiesta per indagare nei dettagli il dramma, mentre secondo alcune fonti l’Agenzia per l’ambiente sta pensando di mettere al bando la Bp, escludendola da tutti i contratti governativi.

Intanto, chiazze di petrolio color ruggine stanno iniziando intanto a depositarsi sui terreni paludosi del delta del Mississippi, con conseguenze per la fauna marina e non. La cattiva reputazione di Bp si rispecchia nel prezzo delle sue azioni, che venerdì hanno perso più del 4% a Londra. I politici americani e gli scienziati hanno accusato la compagnia di aver cercato di nascondere quella che molti ritengono sia la peggior fuoriuscita di petrolio mai avvenuta negli Usa, più grave anche di quella generata dall’incidente dell’Exxon Valdez in Alaska nel 1989. Per la costa del Golfo, potrebbe diventare una catastrofe ambientale ed economica.

Sul caso si è formata una commissione d’inchiesta presieduta da un ex governatore della Florida, l’ex senatore Bob Graham, e dall’ex numero uno dell’Environmental Protection Agency (Epa, l’equivalente del nostro ministero dell’ambiente), William Reilly. Secondo alcune fonti, una delle ipotesi che l’Epa sta addirittura studiando è di mettere al bando la Bp escludendola da tutti i contratti governativi, il che potrebbe significare, in sostanza, l’allontanamento definitivo della compagnia britannica da tutti i giacimenti petroliferi federali Usa. La British Petroleum ha pagato negli anni scorsi decine di milioni di dollari di danni per non avere rispettato le regole e le misure di sicurezza, promettendo ogni volta di modificare il proprio atteggiamento. In una conferenza stampa, ad Houston, in Texas, la Bp ha ammesso venerdì che la quantità di greggio recuperato ogni giorno nel Golfo del Messico è passata da 5.000 a 2.200 barili al giorno circa. Come ha indicato il portavoce della Bp John Curry, “il flusso di greggio si modifica, non è costante”. Infine, come ha scritto il New York Times, crescono i timori di conflitto di interessi nella gestione della vicenda, dato che alcuni dei laboratori che fanno le analisi delle acque inquinate sono legati alle compagnie petrolifere (tra cui la stessa Bp), come lo sono i centri che recuperano e trattano gli uccelli colpiti dalla marea nera.

A scagliarsi contro la Bp c’è anche Erin Brockovich, nota avvocatessa ambientalista e anticorporate americana, “Ribellatevi a Bp e ditegli: ‘Non abbiamo intenzione di prenderci ancora la vostra merda’, ha detto la Brockovich ad una platea di più di 300 residenti di Pensacola, Florida, accorsi per farsi caricare dalla paladina e poi partire all’attacco con richieste di risarcimenti milionari per la marea nera che ha contaminato le loro coste nel Golfo del Messico. “Se ve ne rimanete in silenzio e non fate niente, ne approfitteranno. È quello che stanno già facendo. Ve lo ripeto, non permetteteglielo”, ha esclamato ancora la 49enne Brockovich, che negli anni ’90 divenne una eroina negli Stati Uniti dopo che la sua battaglia vinta contro la contaminazione delle acque in un paesino della California divenne la storia di un film intitolato con il suo nome e con Julia Roberts come protagonista.

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