Usa, condannato a morte sceglie la fucilazione

di Redazione

Ronnie Lee GardnerRonnie Lee Gardner, 49 anni, detenuto da 25 anni in un carcere dello Utah e condannato a morte per duplice omicidio, è stato giustiziato con la fucilazione.

E’ stato lui stesso a chiedere che venisse applicato questo metodo di esecuzione, che ritiene meno doloroso rispetto ad altre procedure. Erano14 anni, dal 1996,che negli Usa non venivano compiute fucilazioni per eseguire la pena di morte, tornata nel Paese nel 1976.

Cancellata l’ultima speranza di unrinvio da parte della Corte suprema statunitense, che ha bocciato la richiesta avanzata dagli avvocati del detenuto, Gardner è stato giustiziato intorno alle mezzanotte (le 8 di venerdì in Italia) da un team anonimodi cinque tiratori che hanno mirato a unpanno bianco posto sul cuore. “Non si tratta di pubblicità. Lui preferisce morire in questo modo”,aveva detto il suo legale Andrew Parnes.

IL “RITO” DELL’ESECUZIONE. Lo Utah ha abolito le esecuzioni per fucilazione nel 2004 ma coloro che erano già stati condannati in quella data hanno conservato il diritto di scelta, se con il plotone o con l’iniezione letale. La fucilazione, ormai rarissima, segue un preciso rituale: il condannato viene legato a una sedia, cinque volontari, rappresentanti delle forze dell’ordine, si sistemano a otto metri da lui armati di fucili Winchester caricati con una cartuccia calibro 30. Solo uno ha l’arma caricata a salve. Un obiettivo in tessuto bianco viene appuntato all’altezza del cuore del detenuto, un recipiente è posto ai suoi piedi per raccogliere il sangue. Dopo aver pronunciato le ultime parole, la testa viene coperta con un cappuccio e i boia fanno fuoco, senza sapere chi tra loro causerà la sua morte. Nel caso di Gardner sono stati tutti e quattro. I testimoni presenti non possono vedere il viso dei cecchini.

GLI OMICIDI. Gardnererastato condannato a morte nel 1985 per l’omicidio, durante una sparatoria, di un giudice, Michael Burdell,mentre stavatentandola fuga da unpalazzo di giustizia. L’uomosi trovava in tribunaleperché accusato di omicidio, durante un litigio, nei confronti di un barista, Melvyn Otterstrom. La famiglia di Burdell, una delle vittime, contraria alla pena di morte, aveva appoggiato la richiesta di clemenza presentata dai legali e respinta dalla Corte Suprema, mentre la famiglia del barista si è opposta.

1276 ESECUZIONI DAL 1976. Con quella di Gardner, sono 1.216 le esecuzioni negli Usa del 1976 ad oggi: 1.042 per iniezione letale, 157 con la sedia elettrica, 11 con camera a gas, 3 per impiccagione, 3 per fucilazione.

AMNESTY. L’esecuzione di Gardner rilancia il tema dell’abolizione della pena di morte. Lo sottolinea a SkyTg24 Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: “Fino al 1994 i detenuti condannati a morte potevano scegliere il metodo, oggi Gardner ha scelto questo per cercare anche di richiamare l’attenzione sulla brutalità estrema della pena capitale”. Oggi “la situazione sulla pena di morte è favorevole perché nel 2009 ci sono state solo 18 nazioni in cui è stata eseguita e 139 sono gli Stati che non la applicano più. C’è però una grave emergenza – ha concluso -in Paesi come l’Iran, l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti”.

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