ISLAMABAD. Il Pakistan chiede aiuto alla comunità internazionale per ottenere aiuto nella difficile emergenza legata all’eccezionale ondata di maltempo abbattutasi da una settimana sul Paese.
Ilbilancio, secondo le autorità governative, è di almeno 1100 morti, che per i media sono però 1300. Nelle ultime ore le piogge che hanno imperversato ovunque, ma soprattutto nelle province occidentali e nord-occidentali, si sono ridotte di intensità, ma l’allarme resta altissimo per il timore, sottolineato anche dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), dello scoppio di epidemie.
Per l’Ufficio dell’Onu per il coordinamento degli affari manitari (Ocha) almeno un milione di pachistani sono stati danneggiati in varia misura dalla calamità naturale. Nelle zone dove le acque si sono parzialmente ritirate, le tv hanno mostrato immagini di desolazione: centinaia di case travolte dal fango, ponti distrutti, strade rese inutilizzabili e migliaia di persone che in alcuni centri abitati ancora non hanno ottenuto aiuti.
Mian Iftikhar Hussain, ministro dell’Informazione di Khyber Pakhtunkhwa, ha ammesso: “Stiamo attendendo la conferma di focolai di colera in alcune aree della Valle dello Swat”. Secondo l’Oms, l’allarme è legittimo, perché in circostanze come queste si diffondono rapidamente, oltre al colera, patologie come diarrea, disturbi gastrici, asma e malattie della pelle. Il governo ha mobilitato tutte le risorse disponibili per far fronte alla catastrofe, inviando nelle regioni colpite 30mila uomini dell’esercito.
Le autorità amministrative delle province colpite hanno ricevuto ordini tassativi di reprimere ogni fenomeno di ciacallaggio e di aumento di prezzi dei generi alimentari, che cominciano a scarseggiare dato che le vie di comunicazione sono interrotte e numerose zone agricole sono sott’acqua, con gravi perdite nei raccolti e nel bestiame.