All’origine dell’epidemia di colera che ha colpito Haiti potrebbero esserci gli escrementi di una unità di peacekeeper nepalesi da poco arrivata nel paese caraibico.
Il personale delle Nazioni Unite ha infatti raccolto dei campioni dagli scarichi situati dietro la base nepalese per effettuare dei test per il colera. Si tratta della prima ammissione pubblica da parte dell’Onu. L’unità nepalese è composta da 12mila uomini.
Nel frattempo, la malattia infettiva continua a diffondersi, con nuovi casi confermati in due dipartimenti di Haiti, nel nord e nel nord est. Finora i morti sono almeno 303 mentre le persone contagiate sono 4.722. La popolazione locale, già colpita lo scorso gennaio da un devastante terremoto, si sta interrogando sulle origini dell’epidemia, visto che il colera ad Haiti era stato debellato un secolo fa.
Gli operatori umanitari hanno dovuto interrompere l’installazione di un centro per il trattamento del colera ad Haiti a causa dello scoppio di una violenta protesta. Centinaia di residenti di Saint Marc hanno lanciato pietre contro gli operatori di Medici Senza Frontiere, opponendosi alla costruzione del centro, sostenendo che si troverebbe troppo vicino a due scuole.
Le truppe argentine e i caschi blu sono intervenuti per sedare la rivolta, ma oggi Msf ha iniziato ha smantellare il centro, accogliendo la richiesta degli abitanti, impauriti che la vicinanza alle scuole possa esporre un maggior numero di persone al contagio.
L’idea era quella di spostare i pazienti in sovrannumero fuori dall’ospedale, ma forse avremmo dovuto parlarne prima con la gente della comunità per aiutarla a capire cosa stavamo facendo”, ha spiegato il dottor Yfto Maquett, che ha aggiunto: “Il fatto che non abbiamo il cento ci sta impedendo di trattare i pazienti nel modo adeguato”.