OSLO. Due attentatiinsanguinano la Norvegia dove venerdì una bomba è esplosa ad Oslo, nei pressi del palazzo di governo, mentre sull’isola di Utoya, a 50 chilometri dalla capitale, un uomo ha aperto il fuoco ad un meeting di giovanisostenitori del Labour norvegese.
Il bilancio, al momento, èdi 91 morti. La bomba esplosa nella zona centrale di Oslo, devastando diversi edifici, ha provocato sette morti, mentre sull’isola di Utoya le vittime sarebberoalmeno 84.
Nonostante la rivendicazione su Internet di un gruppo jihadista, nella serata di venerdì si è rafforzata l’ipotesi che lega gli attacchi a gruppi eversivi locali. Le autorità norvegesi hanno riferito di avere arrestato venerdì sera un uomo, Anders Behring Breivik, 32enne norvegese fondamentalista cristiano e che la sua cattura è in relazione alle stragi sull’isola di Utoya e Oslo.L’uomo era armato di una pistola e di un fucile automatico, vestito da poliziotto, e avrebbe agito da solo.E’ stato visto aggirarsi anche sul luogo dell’attentato alla bomba perpetrato nel pomeriggio di venerdì nel centro di Oslo. Per raggiungere Utoya dalla capitale bastano circa 30 minuti e il fatto che la sparatoria sia avvenuta circa 90 minuti dopo l’attentato potrebbe confermare questa ipotesi, secondo gli inquirenti.
L’uomo, sospettato di essere l’autore del duplice attentato, aveva opinioni ostili all’islam, secondo quanto riferito dalla polizia norvegese. Gli elementi pubblicati dal sospetto su internet lasciano pensare che “ci siano caratteristiche tendenti alla politica di destra e anti-musulmana, ma è troppo presto per dire se questo sia un motivo per il suo gesto”, ha detto il commissario di polizia Sveinung Sponheim alla tv pubblica Nrk. Secondo la Bbc le autorità avrebbero trovato altre bombe inesplose sull’isola.
È ancora troppo presto per discutere dei motivi che sono dietro ai due attacchi di ieri. Lo ha riferito la polizia norvegese, dopo aver confermato l’identità dell’uomo. Così come è presto avanzare l’ipotesi sulla possibilità che insiemea Breivik siano coinvolte anche altre persone.
Il primo ministro norvegese Jens Stoltenberg ha definito “una tragedia nazionale” il doppio attacco:”Mai dalla seconda guerra mondiale il nostro paese è stato colpito da un crimine di questa portata”, ha detto il premier. “È un incubo” ha aggiunto il premier evocando il “sangue e la morte” che si sono trovati di fronte i giovani partecipanti alla riunione laburista sull’isola alla periferia della capitale.
L’esplosione di Oslo ha mandato in frantumi le finestre dell’edificio di 17 piani che ospita l’ufficio del premier, che però non era all’interno del palazzo, e i vicini ministeri, tra cui quello del Petrolio, dove è scoppiato un incendio. Danneggiata anche la sede del più grande tabloid norvegese, ‘VG’, che è poco distante dalla sede del governo. Un giornalista della radiotv pubblica Nrk presente sul posto ha raccontato di aver visto tutte le finestre della sede del tabloid andare in frantumi e moltissime persone ferite. Secondo quanto riportano i media locali è crollato anche il tetto dell’edificio sede del giornale.
“Camminava lentamente lungo l’isola e ha sparato contro tutti. Poi si è avvicinato verso il posto dove ero seduta e ha aperto il fuoco uccidendo subito dieci persone. La cosa strana è che era così calmo. Sono riuscita a salvarmi perché mi sono buttata in acqua”. Così una giovane sopravvissuta alla sparatoria sull’isola di Utoya, ha raccontato alla tv locale. “Ci siamo riuniti per parlare di quanto era appena accaduto a Oslo quando abbiamo sentito gli spari. Sul momento non gli abbiamo dato importanza, poi tutti hanno iniziato a scappare”, ha detto un’altra ragazza di appena 16 anni. E ancora: “Ho visto un poliziotto con i tappi per le orecchie. Ha detto: ‘Vorrei riunirvi tutti’. Poi ha iniziato a sparare. Siamo corsi sulla spiaggia e iniziato a nuotare verso la terraferma”, ha detto la ragazza raccontando che l’autore della strage ha sparato anche in acqua. In molti hanno cercato rifugio in altre case mentre gli spari continuavano, altri invece sono fuggiti nei boschi o via mare.