WASHINGTON. Le negoziazioni sul piano di riduzione del deficit e del debito si rompono. E lo spettro del default per gli Stati Uniti si fa reale con la scadenza del 2 agosto alle porte.
Per tentare di tenta di salvare ancora il Paese dal default Barack Obama ha nuovamente convocato i leader del Congresso alla Casa Bianca. L’appuntamento è per sabato 23 luglio alle 11 ora locale (le 17 in Italia). In una conferenza stampa convocata frettolosamente nella notte, Obama ha ripetuto che “il tempo sta scadendo”, ma si è anche detto “fiducioso” che alla fine si arriverà a un colpo di scena “che eviti una ferita suicida all’economia in un momento in cui le cose sono così difficili”.
Secondo Obama, lo speaker della Camera dei Rappresentanti, John Boehner, ha abbandonato i colloqui nonostante gli fosse stata proposta “un’intesa molto equa” che conteneva tagli previdenziali (a Medicare, Medicaid) per 650 miliardi di dollari (per spiegare quanto si fosse esposto, il presidente Usa ha aggiunto che l’accordo gli avrebbe scatenato contro gli uomini del suo partito).
Ma Boehner ha replicato sostenendo invece che Obama aveva “spostato i pali della porta” chiedendo come contropartita quell’aumento delle tasse che i repubblicani vedono come il fumo negli occhi. Pesante le parole con cui il leader repubblicano, in una lettera, ha dato ai colleghi l’annuncio della rottura: “Non abbiamo mai raggiunto l’accordo né ci siamo mai stati vicini. Di fatto, non potevamo trovare un’intesa; e non per le nostre diversità di carattere, ma perché vediamo il Paese in modo totalmente diverso”. Boehner ha comunque garantito che sabato 23 luglio sarà presente al nuovo round di colloqui: “Non credo – ha osservato- che i nostri rapporti siano definitivamente rotti”.
All’incontro alla Casa Bianca, parteciperanno anche la leader della minoranza alla Camera, Nancy Pelosi, il leader della maggioranza democratica al Senato, Harry Reid e il leader della minoranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell.