CAIRO. E rimbalzata a suon di tweet la sentenza che ha condannato allergastolo HosniMubarak, lex raiss che ha governato lEgitto per 30 anni.
Mubarak, che ha ascoltato la lettura della sentenza da una barella, è stato condannato allergastolo per avere ordinato di sparare sui manifestanti durante i giorni precedenti alla sua caduta. Alla lettura della sentenza, nell’aula bunker del blindatissimo tribunale del Cairo, le centinaia di persone radunate all’esterno sin dal primo mattino sono esplose in un urlo liberatorio.
La contentezza per la sentenza, però, si è trasformata poco dopo in amarezza per quella parte di sentenza che non da risposte sullindividuazione dei responsabili della morte di almeno 850 manifestanti durante la rivoluzione.
Lindignazione degli egiziani, infatti, è data l’assoluzione dei sei superpoliziotti che lavoravano per il ministero dell’interno, a cominciare dal capo del Cairo security service, ritenuti dagli egiziani i materiali assassini dei martiri della rivoluzione.Il popolo egiziano si è svegliato il 25 gennaio 2011 sperando di poter respirare aria fresca dopo trent’anni di profondissima oscurità ha detto il giudice Ahmed Refaat a una corte silenziosissima definendo una data storica il 3 agosto 2011, giorno d’inizio del processo a Mubarak.
Non era mai successo, infatti, che nel mondo arabo un raiss, un capo assoluto, venisse processato da un regolare tribunale. Intanto,il paese si prepara a scegliere il nuovo presidente tra il Fratello Musulmano Mursi e l’ultimo premier del passato regime Ahmed Shafik.
Una sfida che, al momento, sembra procedere testa a testa.