BURGAS. È giallo sull’identità del kamikaze che giovedì pomeriggio ha fatto strage di turisti israeliani all’aeroporto di Burgas, la località balneare sulla costa bulgara del Mar Nero.
Le autorità bulgare ieri hanno diffuso il video di un uomo, possibile autore della strage. L’immagine ha fatto il giro dei siti e poco dopo, un gruppo di Facebook, ha diffuso la notizia che si trattava di Mehdi Ghezali, nato a Stoccolma da padre algerino e madre finlandese, ma soprattutto ex di Guantanamo, arrestato nel 2001 perché sospettato di complicità nell’attentato delle torri gemelle. Quando il cerchio sembrava ormai chiuso è arrivata la smentita dell’intelligence svedese sull’identità del kamikaze. E, in serata, quella delle autorità bulgare.
Si riparte quindi da quelle immagini, che riprendono un uomo sui 35 anni, di carnagione chiara, con lunghi capelli castani, vestito all’occidentale con bermuda e maglietta e che tiene a spalla un grosso zaino scuro e una borsa da laptop mentre va nervosamente avanti e indietro nella sala.
A collegare l’uomo a Ghezali era stata una notizia diffusa dall’agenzia di informazione bulgara Blitz sul fatto che utenti di Facebook avevano diffuso la foto di un ex detenuto a Guantanamo, che fisicamente assomigliava al presunto terrorista kamikaze di Burgas.
Secondo Blitz, l’ex detenuto rispondeva al nome di Mehdi Ghezli, 35enne svedese che aveva studiato diritto islamico in Pakistan dove era stato arrestato nel dicembre 2001 per sospetto coinvolgimento negli attacchi alle Torri Gemelle dell’11 settembre di quell’anno e poi l’8 luglio 2004 su richiesta delle autorità svedesi poiché non rappresentava più un pericolo per gli Stati Uniti.
Il ministro dell’interno bulgaro Tsvetan Tsvetanov aveva detto ai giornalisti che addosso al kamikaze morto nell’attentato è stata trovata una patente falsa dello stato americano del Michigan. Oltre alle impronte digitali, è stato identificato in giornata anche il profilo del Dna del terrorista. L’esponente del governo ha escluso che si tratti di un bulgaro, ma non è stato così categorico a escludere la possibilità che l’uomo abbia avuto collegamenti in Bulgaria. Molti esperti da mesi avvertono della presenza di cellule clandestine di estremisti islamici nel paese balcanico.