Svizzera, da referendum no a superstipendi dei manager

di Redazione

 BERNA. Si profila la vittoria del sì al referendum in Svizzera contro i salari eccessivi dei top-manager. Lo rivela la seconda proiezione resa nota dalla televisione elvetica.

Stando alle prime valutazioni dell’istituto gfs.bern, l’iniziativa sarebbe accolta con il 68% dei voti. La proposta arriva da un piccolo imprenditore, Thomas Minder. Scopo dell’iniziativa, che ha avuto le 100mila firme necessarie per votare il testo, è imporre restrizioni alle imprese quotate in Borsa perché non paghino ai vertici aziendali somme spropositate. Minder si è detto “contento che questa lunga lotta vada verso il termine”.

Per essere adottata l’iniziativa deve ottenere il voto di una maggioranza di cittadini e dei 26 cantoni svizzeri. L’escamotage trovato è fare in modo che gli stipendi dei top manager non siano approvati dai consigli di amministrazione delle aziende, ma dall’assemblea degli azionisti. Nonostante la massiccia campagna contraria della Confindustria elvetica il risultato della consultazione sembra scontato in senso “anti-casta”.

La proposta di modifica costituzionale “Contro le remunerazioni abusive” rafforza i diritti degli azionisti per porre un freno agli stipendi stratosferici degli alti dirigenti. Vieta inoltre le indennità di partenza e altri “paracaduti dorati”.

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