macchinista del treno deragliato a Santiago de Compostela, Francisco José GarzonAmo, provocando 80 morti e 176 feriti,
rischio fino a 312 anni di carcere.
L’art. 142 del codice penale spagnolo,
infatti, prevede per il reato di negligenza (con conseguenze mortali) una pena
variabile da uno a quattro anni di carcere per ciascuna delle vittime.
La somma
è quindi 312 anni, anche se alcune norme potrebbero consentire ad Amo di non
superare la detenzione effettiva di 12 anni.
I familiari delle vittime e i
feriti potranno inoltre chiedere un risarcimento fino a 150mila euro ciascuno.
Intanto, è emerso dai rilievi tecnici che il sistema di allarme per segnalare
l’eccessiva velocità nella curva in cui è avvenuto l’incidente ferroviario diSantiago
de Compostela avrebbe funzionato.
Il sistema, visivo e acustico, ha segnalato
al conducente che la velocità era superiore a quella prevista. Amo, è sempre
ricoverato in stato di arresto all’ospedale di Santiago. Se le sue condizioni
di salute lo consentiranno,sarà interrogatodal magistrato molto
presto.
Garzòn Amo avrebbe confessato che il treno era lanciato a 190 km orari
anche a due agenti di custodia che presidiano la sua stanza in ospedale; la
stessa cosa aveva fatto subito dopo l’incidente in un collegamento radio con la
stazione: Speriamo che non ci siano morti, sennò me li porterò sulla coscienza,
aveva detto.
Nel frattempo, emergono particolare sulla presenza di un giovane
italiano tra le vittime. sarebbe un 25enne originario della Sicilia ma
residente in Germania con i genitori. Secondo quanto reso noto dalle autorità
galiziane, il giovane, D.L., era di Forza d’Agrò, provincia di Messina.
Il
giovane stava recandosi a Santiago de Compostela per raggiungere degli amici.
Nella città intanto sono arrivati i suoi genitori.In giornata è previsto
l’esame del Dnaper la conferma ufficiale dell’identità.
La nostra
speranza – dicono alcuni parenti – è che sia tra i feriti che non sono stati
ancora identificati o che sia sotto shock.