Siria, Obama all’Onu: “Imporre il bando sulle armi chimiche”

di Redazione

 NEW YORK. “La comunità internazionale deve imporre un bando alle armi chimiche: è nell’interesse degli Stati Uniti e del mondo”.

Il presidente americano Barack Obama, dal palco dell’Assemblea generale dell’Onu a New York torna a parlare delle diverse crisi in Medio Oriente, a partire da quella siriana. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu “deve approvare una risoluzione forte per garantire che la Siria mantenga i suoi impegni sulle armi chimiche”, spiega Obama sottolineando che “il mondo deve inviare un messaggio potente sulle armi chimiche”.

Secondo il presidente Usa i ribelli in Siria non hanno sferrato alcun attacco con i gas. “E’ un insulto alla ragione umana e alla legittimità di questa istituzione suggerire che sono stati altri al di là del regime a portare avanti l’attacco” del 21 agosto scorso. “Le prove che sia stato Assad ad usarle sono schiaccianti”. Obama ha anche annunciato che verranno stanziati 339 milioni di dollari supplementari per gli aiuti umanitari in Siria.

Intanto, gli ispettori dell’Onu torneranno in Siria mercoledì 25 settembre, nell’ambito delle loro indagini sull’uso delle armi chimiche. Lo ha annunciato il vice ministro degli esteri russo Serghiei Riabkov. “Siamo soddisfatti che i nostri insistenti appelli per far tornare gli esperti dell’Onu sono stati ascoltati”, ha dichiarato all’agenzia di stampa russa Itar-Tass. Mosca, intanto, spera che il testo della risoluzione sulla Siria possa essere concordato entro la settimana “anche se non ci sono garanzie al 100%”, ha detto il vice ministro degli Esteri russo.

Parlando prima delle trattative attese a margine dell’assemblea generale Onu, Ryabkov ha ribadito la contrarietà della Russia a ogni tipo di minaccia di intervento militare contro il governo del presidente siriano Bashar al Assad. Ryabkov ha spiegato che Mosca non accetterà una risoluzione che dia il via a misure punitive nel caso Assad non riesca a soddisfare le richieste previste dall’accordo Usa-Russia sulla consegna da parte di Damasco delle sue armi chimiche.

“Non si può discutere di nessun tipo di sanzione automatica o dell’uso della forza”, ha dichiarato Ryabkov in Parlamento. Il vice ministro ha infatti ribadito che Mosca teme che i Paesi occidentali vogliano avvalersi dell’accordo sulle armi chimiche come di un pretesto per un’eventuale azione militare.

Dall’Italia si apprende, secondo quanto emerso nel corso dell’audizione davanti al Copasir del direttore dell’Aise, generale Adriano Santini, che sarebbero circa 15 i combattenti partiti dal nostro Paese per andare ad aiutare i ribelli in Siria. Si tratterebbe, secondo fonti di intelligence, di italiani di origine siriana. Nel corso dell’audizione sarebbe stata inoltre ribadita la mancanza di novità sul sequestro di Padre Paolo Dall’Oglio, di cui non si hanno più notizie da domenica 28 luglio: quel giorno il religioso, arrivato 24 ore prima a Raqqa, era partito per una località sconosciuta. Il generale Santini avrebbe ribadito in audizione che l’intelligence sta facendo tutti gli sforzi per arrivare a liberarlo.

In Siria, purtroppo, continuano i rapimenti. E’ di martedì 24 settembre la notizia del sequestro di un giornalista spagnolo. Marc Marginedas, inviato speciale del quotidiano El Periodico, è stato sequestrato nella zona mediorientale del Paese da un gruppo di ribelli. Secondo quanto riferito dal quotidiano, si trova nelle mani degli oppositori al regime di Bashar al Assad dal 4 settembre, giorno in cui ha avuto l’ultimo contatto con la redazione di Barcellona. El Periodico afferma che Marc Marginedas “stava viaggiando in auto con il suo autista quando è stato fermato da alcuni combattenti jihadisti nei pressi di Hama”. Infine, secondo la Rete siriana dei diritti umani, una ong vicina all’opposizione, nella sola giornata di martedì 24 settembre sarebbero morte 47 persone. Tra queste 11 bambini.

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