Eutanasia anche per i minori, primo sì in Belgio

di Redazione

 BRUXELLES. Il dibattito era iniziato lo scorso dicembre e ora, a meno di un anno, è arrivato il primo sì politico: l’estensione dell’eutanasia ai minori sembra destinata a diventare presto una possibilità concreta in Belgio, a cui potranno ricorrere quei bambini affetti da malattie incurabili e dotati di “capacità di giudizio”.

La strada pare infatti spianata: c’è una maggioranza parlamentare trasversale solida, di cui fanno parte tutte le famiglie politiche ad eccezione dei cristianodemocratici e degli estremisti fiamminghi. E l’opinione pubblica è largamente favorevole, come hanno dimostrato già diversi sondaggi negli scorsi mesi.

Unici a levare la voce nel paese, i rappresentanti delle principali confessioni religiose, dai cattolici ai protestanti sino a musulmani ed ebrei, mentre in Italia e in Vaticano il voto pro-eutanasia del Senato belga ha subito suscitato forti reazioni.

“E’ un salto. Un salto abissale, sotto il livello di civiltà, di umanità”, ha commentato il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita.

Il testo di legge che ha ricevuto il primo via libera dalle commissioni Affari sociali e Giustizia del Senato belga con una larghissima maggioranza (13 voti a favore e 4 contro), prevede che possano ricorrere alle procedure di fine vita quei minori, per cui non viene fissata una soglia minima d’età, che siano affetti da malattie incurabili e sottoposti a “sofferenze fisiche insopportabili e non lenibili, in fase terminale”.

Dovranno essere gli stessi ragazzini a fare richiesta della ‘dolce morte’, avere “l’accordo dei genitori”, mentre uno psicologo dovrà certificarne la “capacità di giudizio”.

La legge, che deve ora passare all’esame della plenaria, è nata nel quadro della revisione della legge sull’eutanasia per gli adulti che in Belgio è in vigore dal 2002, secondo paese ad averla adottata dopo l’Olanda.
E sempre in Olanda l’eutanasia per i minori è già possibile, con una soglia minima d’età fissata a 12 anni ma anche disposizioni per inquadrare le pratiche per far cessare le sofferenze per i bimbi, inclusi i neonati.

A fronte delle critiche, uno dei padri della legge del 2002 e ora promotore della sua estensione ai bambini, il socialista Philippe Mahoux, spiega: “Il dramma, la situazione intollerabile, è quella vissuta da un bambino che, in ragione di una malattia incurabile, presenta sofferenze che non si possono alleviare. Questa è la non-risposta che, secondo numerosi pediatri, non è tollerabile”.

In ogni caso, secondo medici ed esperti che sono stati consultati prima di procedere alla stesura del testo di legge, l’applicazione dell’eutanasia dovrebbe riguardare appena una decina di casi l’anno.

Ma le comunità religiose belghe hanno messo in guardia contro il “rischio di banalizzazione” di questo strumento. Per gli adulti, il ricorso all’eutanasia nel corso degli anni è aumentato, pur parlando di 1.432 casi per il 2012, pari al 2% dei decessi registrati in Belgio. Ultimo caso ‘choc’, quello di ‘Nathan-Nancy’, che ha chiesto e ottenuto di morire per le “sofferenze psichiche insopportabili” dopo un’operazione di cambio di sesso andata male.

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