BANGKOK. I manifestanti antigovernativi thailandesi hanno fatto irruzione nel compound del club sportivo della polizia dove si trovata il primo ministro Yingluck Shinawatra, che è stata subito scortata dalle forze dell’ordine in un luogo segreto.
In un’altra area di Bangkok la polizia ha sparato per tre volte gas lacrimogeni verso i manifestanti vicino al palazzo del Governo, dove si trova l’ufficio della premier. Riuniti in gruppi in diverse zone della città, i manifestanti, che protestano da giorni con l’obiettivo di far cadere il premier che è la sorella dell’ex leader Thaksin Shinawatra in auto-esilio dal 2008 per sfuggire a una condanna per corruzione, stanno cercando a più riprese di forzare le barricate della polizia, che li respinge lanciando lacrimogeni.
Davanti alle barricate a protezione del governo, gli antigovernativi si sono riuniti sventolando bandiere thailandesi, foto del re e striscioni con scritto “We love the king”. I manifestanti antigovernativi hanno preso a Bangkok il controllo del canale pubblico Thai Pbs. Lo rende noto la polizia e la stessa TPbs.
Secondo quanto riferito dai media thailandesi, che riportano fonti di polizia, nella battaglia urbana tra opposte fazioni della serata del 30 novembre sarebbero morte due persone, mentre altre 45 sarebbero rimaste ferite. Un portavoce delle ‘camicie rosse’ pro-governative, su Twitter, ha però parlato di quattro morti tra gli attivisti del movimento. Nelle violenze scoppiate uno studente ventunenne è rimasto ucciso a colpi d’arma da fuoco, in circostanze ancora non del tutto chiare.
Decine di migliaia di ‘camicie rosse’ a favore del governo thailandese, riunitesi da giorni in uno stadio di Bangkok, si sono dispersi nella mattina del 1 dicembre all’appello dei loro leader, temendo violenze. “Al fine di non complicare ulteriormente il compito del governo, abbiamo deciso di lasciare che le persone rientrino a casa”, ha detto Thida Thavornseth, dopo gli scontri avvenuti nei pressi dello stadio.