Moscati, accorpate due unità operative. Dubbi su taglio posti-letto

di Antonio Arduino

 AVERSA. Si acuisce la crisi esistenziale dell’ospedale “San Giuseppe Moscati”. Proprio mentre c’è chi tenta di far fare un salto di qualità al presidio, …

… avviando una raccolta di firme per proporre una legge di iniziativa popolare tesa a trasformarlo in Azienda ospedaliera Autonoma, arriva l’accorpamento delle unità operative di chirurgia mininvasiva e di otorinolaringoiatria.

Un provvedimento in vigore dal 5 maggio che, ufficialmente, ha carattere provvisorio dovendo concludersi il prossimo 15 settembre, e che sarebbe stato dettato dall’esigenza di ottimizzare le ridotte risorse umane del comparto infermieri professionali e operatori socio sanitari, anche in vista delle prossime ferie estive. Permettendo di assicurare, comunque, assistenza ai pazienti di entrambe le unità operative con due infermieri ed un operatore socio sanitario per turno, grazie all’utilizzazione del personale paramedico complessivamente disponibile in un solo reparto “misto”.

In pratica, c’è il dubbio che si tratti del primo taglio di posti letto al Moscati dove, secondo l’atto aziendale, sarebbe stata prevista una riduzione di circa 58 posti letto come conferma Salvatore Stabile, segretario provinciale della Fials. “E’ una scelta che non condividiamo e che contestiamo in maniera decisa” afferma. “Purtroppo – continua – è la conseguenza del comportamento della direzione aziendale che non ha programmato con le organizzazioni sindacali alcuna azione volta a stabilire le priorità e le carenze su tutta l’azienda, inseguendo solo le emergenze con provvedimenti che, tra l’altro, determinano sperequazioni inaccettabili tra operatori che svolgono lo stesso lavoro”.

Tornando all’accorpamento delle due unità operative, anche se l’ordine di servizio che lo ha disposto non parla di riduzione del numero complessivo dei posti letto è evidente che una riduzione avverrà automaticamente. “Dovendo occupare le due unità un unico spazio è un fatto che viene da se”, commenta il segretario della Fiasl, facendo osservare che, malgrado la presenza costante di due infermieri per turno, potrebbero sorgere, comunque, problemi di assistenza per i pazienti del reparto unitario per il diverso tipo di attività chirurgico svolto che richiederebbero competenze infermieristiche specifiche.

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