Il New York Times non e’ in vendita: rifiutata proposta di un magnate cinese

di Redazione

Chen Guangbiao New York. “Non siamo in vendita”. I dirigenti del New York Times hanno rifiutato l’offerta da un miliardo di dollari lanciata dall’imprenditore cinese Chen Guangbiao che voleva acquisire il controllo del quotidiano.

Il ricco orientale, però, non abbandona il sogno di diventare editore: ora cerca un socio americano per tentare una scalata e intanto si è rivolto al Wall Street Journal. Anche questa impresa sembra avere poche speranze. Chen Guangbiao, 44 anni, a New York si è fatto comunque notare. Ha convocato una conferenza stampa nella quale ha portato due donne che si erano date fuoco per protesta sulla Tienanmen nel 2001: i loro volti completamente devastati. “Siccome sono un grande filantropo, le ho portate con me negli Stati Uniti per farle operare da un grande chirurgo plastico”, ha detto Chen.

E poi ha cominciato a distribuire a tutti i cronisti che è riuscito a intercettare il suo biglietto da visita. Piuttosto vistoso: elenca tutti i suoi meriti. Nell’ordine: più influente personalità della Cina; più prominente filantropo della Cina; leader morale della Cina; eroe dei soccorsi ai terremotati della Cina; più conosciuto e amato modello di ruolo della Cina; nella top ten dei volontari della Cina; più carismatico filantropo della Cina; primo promotore di una Cina a bassa emissione di anidride carbonica e protettore dell’ambiente; primo esperto di demolizioni rispettose dell’ambiente in Cina. Niente male per un uomo che ha fatto la sua fortuna demolendo vecchi ponti e palazzi fatiscenti e riciclando i materiali di recupero.

Sta di fatto che Chen Guangbiao è davvero ben conosciuto in Cina: ha un patrimonio personale di circa 800 milioni di dollari e si è fatto notare per diverse iniziative mediatiche. Nel 2008 ha organizzato carovane di camion cariche di aiuti per i terremotati del Sichuan; nel 2012, quando le relazioni sino-giapponesi si sono deteriorate e in Cina folle di manifestanti se la sono presa anche con le automobili made in Japan, ha regalato vetture per 800 mila dollari ai poveretti che avevano subito danni; ha fatto parlare di sé l’anno scorso, quando Pechino era avvolta da una cappa di smog irrespirabile e lui ha avuto l’idea di offrire “aria pulita di montagna” messa in lattina.

Un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi dell’inquinamento ambientale, ha assicurato Chen; una trovata da cialtrone, hanno sostenuto diversi blogger. Lui non si scompone e risponde sul biglietto da visita con i dettagli delle sue prodezze.

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