Siria, elezioni presidenziali. Regime: “Giorno storico”

di Stefania Arpaia

 Damasco. Un territorio devastato dalla guerra civile, occupato soprattutto nella zona settentrionale da ribelli, in cui 22 milioni di abitanti sono fuggiti all’estero o in altre zone del Paese per sfuggire ai crimini del conflitto; vedrà oggi lo svolgimento delle elezioni presidenziali.

Il regime lo ha definito un “giorno storico”, una “farsa” per l’opposizione. Aperte le urne dalle 7 di mattina alle 19, che vedranno l’affluenza di 15,8 milioni di elettori.

Per la prima volta i cittadini siriani vedranno lo svolgimento di elezioni multipartitiche, in cui si sfideranno il presidente uscente Bashar-al-Assad, la cui rielezione risulta scontata, Nuri Hassan e Maher Hajjar.

I risultati ufficiali saranno annunciati il prossimo mercoledì. Non si voterà nelle zone controllate dai ribelli, né a Idlib, né ad Aleppo.

Hajjar ha così commentato: “Tutti i siriani concordano che è una decisione del popolo siriano e che l’ultima parola spetta al popolo siriano. Per questo c‘è stata una forte richiesta di elezioni e credo che il risultato più importante del voto sia proprio questo.”

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