Bagdad. Avanzano i miliziani jihadisti dello Stato Islamico nel nord dell’Iraq e i cristiani, decine di migliaia, sono in fuga verso il Kurdistan autonomo.
Il patriarca caldeo di Babilonia, Louis Raphael Sako, il capo della più grande confessione cristiana in Iraq, ha chiesto esplicitamente un aiuto militare: “C’e bisogno di sostegno internazionale e di un esercito professionale e ben equipaggiato. La situazione sta andando di male in peggio”.
Alle sue parole è seguito l’appello del Papa. Francesco si è rivolto alla comunità internazionale chiedendo di “porre fine al dramma umanitario” in atto di adoperarsi “per proteggere i minacciati dalla violenza e di assicurare aiuti agli sfollati”. L’appello del Pontefice, letto da padre Federico Lombardi, si articola in unampia dichiarazione in cui viene rilanciato anche l’appello del Pontefice pronunciato all’Angelus dello scorso 20 luglio. Oggi, “alla luce degli angosciosi eventi”, che “interessano popolazioni inermi”, il Papa si unisce agli appelli dei vescovi e si rivolge alle comunità cristiane, alla comunità internazionale e “alla coscienza di tutti”.
I miliziani jihadisti, che sono considerati troppo violenti ed estremisti dalla stessa al Qaeda, hanno preso il controllo delle zone a maggioranza cristiana situate nella piana di Ninive, in cui vivono dagli albori della cristianità: cacciati i ‘peshmerga’, le truppe curde considerate forze di élite e che invece hanno abbandonato il terreno, hanno conquistato l’una dopo l’altra Qaraqosh, la più grande città cristiana dell’Iraq, e le aree circostanti. Sono cadute nelle loro mani Tal Kayf, Bartella e Karamlesh. I jihadisti sostengono che nell’offensiva, cominciata nel fine settimana, hanno preso il controllo di 15 città (oltre alla più grande diga del Paese, quella di Mosul, e a una base militare).
L’avanzata dei miliziani e la fuga dei cristiani è anche al centro del dibattito internazionale Secondo il New York Times, che cita fonti dell’amministrazione statunitense, il presidente americano, Barack Obama, sta valutando l’ipotesi di bombardamenti aerei sui militanti jihadista. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha indetto una riunione d’emergenza sull’Iraq durante i quali i membri dell’organo delle Nazioni Unite si incontreranno per consultazioni a porte chiuse dopo gli ultimi avvenimenti nel Paese.