Reykjavík. L’Islanda ha interdetto il traffico aereo sopra il vulcano Bardarbunga decretando l’allerta rossa, la più alta della scala delle emergenze, dopo che da questa notte è in corso un’eruzione, senza tuttavia un’emissione di cenere.
L’istituto meteorologico islandese non ha per il momento disposto la chiusura degli aeroporti. Nel 2010 l’eruzione del più piccolo vulcano Eyjafjallajokull mandò in tilt il traffico aereo in tutta Europa per diversi giorni.
La Protezione civile islandese ha diffuso un comunicato nel quale spiega che “l’eruzione del vulcano Bardarbunga è cominciata appena dopo lo scoccare della mezzanotte nell’area di Holuhraun, un campo di lava nel centro dell’isola, molto lontano dalla zona abitata. I radar – prosegue il comunicato – non hanno per il momento rilevato alcuna emissione di cenere”.
Sono oltre 10 giorni che l’Istituto meteorologico islandese monitora l’evoluzione della situazione del più grande vulcano dell’isola ritornato attivo dopo una serie di scosse sismiche.
Coldiretti, intanto, guarda con timore al divieto di sorvolo al di sopra del vulcano Bardarbunga. “Arriva una nuova allerta rossa per l’export made in Italy”, afferma l’organizzazione agricola ricordando che nel 2010 a seguito dell’eruzione del vulcano islandese sotto il ghiacciaio Eyjafjallajokull “sono state circa 10mila le tonnellate di merce rimaste coinvolte dal caos nel traffico aereo, che ha bloccato i flussi in arrivo ed in partenza dall’Italia colpendo in modo particolare i prodotti più deperibili come frutta, pesce, fiori e mozzarella”.
Secondo Coldiretti un nuovo blocco “potrebbe avere un impatto rilevante sull’economia nazionale”. A subire le conseguenze dello stop aereo prolungato nell’aprile 2010, precisa infatti l’organizzazione agricola, erano stati soprattutto i prodotti agroalimentari Made in Italy che vengono esportati per via aerea all’estero, per un valore stimato dalla Coldiretti in circa dieci milioni di euro in una settimana.